Cinema
Cinema, Philomena nelle sale
“Il cinema ha sempre creato dei ricordi”. Parola di Jean-Luc Godard, uno che di Cinema e di Ricordi s’intendeva e s’intende ancora.
AVVERTENZA PER L’USO – Si sconsiglia la lettura di queste righe a coloro che non hanno ancora avuto modo di vedere Philomena di Stephen Frears. Non per dispetto, ma perché in tal caso sarebbe di gran lunga più interessante la recensione della nostra Elisa Belotti, alla quale rimandiamo con stima.
USCITA SALA – Piena benché il film sia in giro da prima di Natale – e non riusciamo a smettere di guardare quei titoli di coda. In particolare quelle immagini in pellicola Super 8 già viste nel film, tra le pieghe del dramma, come in un sogno: placide, tenere parentesi di vita che si ricicla sulla schermo. Rivediamo Michael/Anthony e il suo compagno scendere da un aereo con un aereo in mano. O forse era la sorella che non era davvero la sorella? Non sottovalutiamo il premio per la sceneggiatura ma davvero i risvolti della trama lasciano il tempo che trovano. Il Tempo che, come il figlio, Philomena ha perduto. Che le è stato portato via. Il tempo dell’amore, dei ricordi dell’Altro; quelli che vorrebbe le persone condividessero con lei. Resta la Memoria di Sé con Lui: lontana e così amata.
EPITAFFIO – Il nome Filomena nascerebbe da un epitaffio greco presso la tomba di una santa. Una tomba giovane, innocente e dimenticata come quelle del cimitero del convento di Roscrea. Sul significato letterale di quel testo su pietra si sono fatte varie ipotesi, la prima delle quali “philumene” ovvero “amata”. Vorrebbe forse dire che si può dimenticare ma non si può smettere di amare? Altra ipotesi è “Philomela” ovvero “amica del canto”. Lo stesso canto a cui la protagonista viene strappata mentre il figlio viene stappato a lei. Rivediamo pomeriggi estivi, notti insonni, giochi di bambini.
E il Cinema è sempre lì, presso la vita e lontano dal mondo, che srotola il filo di un unico infinito Ricordo e ci tiene la mano…ci rapisce e ci condanna, ci ricorda e ci ama fino a comporre il più bello degli epitaffi: la storia nella Storia. Filomena ovvero dell’amata memoria di Noi.
Alessandro Amato