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Letta lancia l’allarme sul populismo antieuropeo
Pubblicato
7 anni fa|

Nel suo studio di palazzo Chigi, Enrico Letta accoglie i giornalisti del quotidiano spagnolo El Pais , il polacco Gazeta Wyborcz, del francese Le Monde, del tedesco Suddeutsche Zeitung, all’inglese The Guardian e a La Stampa. L’ incipit è scherzoso: “Su Berlusconi non vi dirò nulla, perché altrimenti titolate tutti su di lui!”.
Populismo antieuropeo- Ma poi entra subito sull’ argomento che più gli sta a cuore: la questione europea. Il Presidente del Consiglio sottolinea il rischio di ritrovarsi, nel prossimo maggio, il più anti-europeo Parlamento europeo della storia . Secondo Letta, se i cosiddetti “populisti” in Europa superassero una percentuale del 25 per cento, questo sarebbe molto preoccupante. Tutte le elezioni europee, dal 1979 fino ad oggi, sono state vissute come appuntamenti nei quali ogni Paese guardava il proprio risultato , senza mai uno sguardo d’assieme.
Movimento 5 stelle- Il pensiero corre logicamente ad Alternative per la Germania e soprattutto al Movimento Cinque Stelle, considerato dal premier il favorito per la vittoria. Le elezioni europee rappresentano il terreno migliore, può esprimere il suo populismo. “Non possiamo limitarci ad essere timidi con Grillo, o soltanto placcarlo”- dice Letta. A chi gli chiede perché non ha citato Berlusconi, Enrico Letta spiega che il Pdl ( o Forza Italia) è divenuto un mix. Berlusconi in questi anni ha tenuto insieme pulsioni populiste e altre più istituzionali e moderate. Ora, nella divisione tra falchi e colombe sarebbe interessante sapere cosa pensano le due anime sui temi dell’Europa.
Non siamo i buoni- Quando parla di populismi, Letta si riferisce alle politiche e ai suoi rappresentanti, consapevole che, tra gli otto milioni che hanno votato per il Movimento Cinque Stelle, ci sono tantissimi elettori che prima avevano votato per il Pd o per le formazioni moderate del centrodestra : “È vero, il giudizio sul populismo non può essere auto-assolutorio e io non dirò mai: noi siamo i buoni e loro i cattivi “– ammette il premier.
La crisi economica e finanziaria- Non è dovuta all’Europa o alle sue colpe, secondo Letta, ma semmai ad un deficit di Europa. Poca Europa significa che non ci sono le istituzioni giuste. Chi è l’Europa? Chi ci rappresenta? La risposta è sempre balbettante e questo è il tema vincente di Grillo, Marine Le Pen, Farage, di tutti i populisti europei. Il premier considera le istituzioni europee, troppo frammentate. Ad esempio l’unificazione del presidente della commissione e del presidente del consiglio europeo in un’unica figura, una modifica che si può fare senza cambiare i trattati. Basterebbe nominare la stessa persona. Per dieci anni si era teorizzato che esistevano soltanto finanza e servizi, ora è il momento di iniziare un virtuoso “girone di ritorno” per reindustrializzare, internazionalizzando le imprese: “…. un’azienda va in Cina perché le interessa quel mercato e non per riportare i prodotti uguali in tutto e per tutto come li ha fatti lì”.
L’emigrazione clandestina e i migranti – Ottimo propellente per i populisti e Letta ammette che con una gestione malaccorta di questi temi, si rischia di perdere le elezioni Europee. Eppure, ora che sono trascorsi sei mesi dalla nascita del governo, resta molto fiero della decisione di aver scelto Cecile Kyenge come ministro dell’Integrazione. La chiave è questa: o lo risolviamo tutti assieme in Europa, oppure questo problema non si risolve. Al termine del recente Consiglio europeo, Enrico Letta ha giudicato sufficiente la risposta dell’Ue : ” Sufficiente non vuol dire ottimo, ma mi aspetto che si possa migliorare. -ha spiegato- Però ho già visto il Consiglio europeo diventare un po’ come un consiglio dei ministri di uno stato membro, dove se scoppia un problema all’improvviso, cambi l’ordine del giorno, lasciando perdere le altre questioni. Finalmente è accaduto anche a livello europeo. …Nella decisione di Barroso di venire a Lampedusa e di mettere alcune risorse in più , ho visto una reale volontà di affrontare la questione”.
Giuseppe Folchini
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