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Juve, senti Del Piero: “I was the captain, I am the captain”. Un amore più forte di tutto

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Alessandro Del Piero, storico capitano della Juventus

SIDNEY, 30 NOVEMBRE – Un amore più forte di tutto. Non ci sono oceani, mari o monti che tengano. Non contano le migliaia di chilometri di distanza, non conta il fatto che non sia finita come tutti si aspettavano andasse a finire. Alessandro Del Piero ama ancora la Juventus, la ama alla follia. E’ quello che si evince dall’estratto di una sua intervista rilasciata alla tv australiana, andata in onda nell’ottobre scorso ma alla quale i media italiani hanno dato poco risalto. Noi di SportCafe24.com abbiamo voluto invece evidenziare la parte rilevante di quell’intervista, quella in cui Alex sprigiona tutto il suo amore incondizionato per quella Vecchia Signora che sente ancora sua, nonostante il controverso epilogo della storia in bianconero. Del Piero voleva restare, fino alla fine della sua carriera. E le parole provenienti da Sidney ne sono l’ennesima – più o meno indiretta – conferma.

I WAS THE CAPTAIN. I AM THE CAPTAIN – Il colloquio col giornalista Les Murray tocca i più svariati punti e ripercorre la carriera di Adp, che al solito risponde in maniera molto professionale, col consueto fare sorridente ed al contempo imperturbabile. Ma quando si tocca un argomento a lui molto caro, quello della retrocessione in Serie B della Juventus con contestuale permanenza del Numero 10 fresco campione del mondo, Alex si scioglie.

Cosi Murray: “After Juventus was relegated in Serie B, lot of players left. You stay. Why?
Del Piero: Because i am the captain. I was the captain, I am the captain. I stay with Juventus not for stay in Serie A. I stay with Juventus for heart, loyalty, for many things. No choice for me. And i’m happy to do that. The years later,  for me, were the best one”.

Alessandro lo dice a chiare lettere: “Per me non c’era scelta”. Non avrebbe mai potuto abbandonare la squadra che amava, nemmeno a fronte di offerte faraoniche degne di un campione del mondo. Rimase alla Juve semplicemente perchè era il capitano. E quando usa l’imperfetto, subito corregge il tiro, è più forte di lui. “Ero il capitano. Sono il capitano“. Parole che non lasciano spazio ad interpretazioni e riempiono di gioia mista a nostalgia il cuore di milioni di tifosi.

STORIA DI UN AMORE INFINITO – L’amore per la maglia che ha onorato per 19 anni non svanisce cosi. Non svanisce nonostante le incomprensioni con la dirigenza che hanno portato alla clamorosa separazione. Non svanisce nonostante la distanza, non svanisce nonostante Del Piero e la Juventus stiano percorrendo, ad oggi, strade completamente diverse. Quel “Io sono il capitano” non è una legittimazione, Pinturicchio non ne ha bisogno. Quella frase è semplicemente uscita in maniera spontanea dalla bocca di Alex, che evidentemente vorrebbe essere ancora li, assieme ai suoi compagni, al suo staff, ai suoi tifosi. A Sidney si trova in maniera egregia ed è trattato come un re, come è normale e giusto che sia. Ma Torino e quella maglia bianconera erano un’altra cosa. Anzi, sono un’altra cosa. Perchè Del Piero ha fatto capire di non apprezzare i verbi coniugati al passato ed è giusto allinearsi al suo pensiero.

SOGNANDO IL LIETO FINE – A parlarne adesso, cosi, non sembra nemmeno vero. Alex e la Juve si sono separati ormai da qualche mese, ma per i tifosi bianconeri e gli amanti del calcio in genere è ancora difficile concepire Pinturicchio e la Vecchia Signora come due cose distinte, due entità non più connesse a filo diretto bensi a se’ stanti. Dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere, dopo aver stracciato ogni record costringendo a continui aggiornamenti i compilatori dei vari almanacchi, Del Piero se n’è volato via dall’altra parte del mondo. E’ uscito di scena in pompa magna ma contemporaneamente in silenzio, da eroe e da signore. Continua a vivere con entusiasmo la sua nuova esperienza in Australia, ma non può fare a meno di pensare alla sua amata Juventus. E c’è da scommettere che, anche se non lo dice a chiare lettere, il suo sogno sarebbe quello di tornare li, in quella società che lo ha visto arrivare ragazzino ed andarsene via da Uomo con la U maiuscola. Magari non nelle vesti di calciatore, più probabilmente in quelle da dirigente. Sarebbe un lieto fine a scoppio ritardato, ma pur sempre un lieto fine. Per i tifosi varrebbe quanto una Coppa dei campioni. O forse di più: vuoi mettere rivedere il sorriso di Alex tutti i giorni?

A cura di Vincenzo Galdieri

 

 

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