Calcio Estero
Liga, Mourinho: “Piena fiducia, la squadra ha cambiato il chip”
MADRID, 7 OTTOBRE – Il Clasico rappresenta molto più di una partita di calcio. Ogni match tra Real e Barcellona regala intrecci tra personaggi da copertina, quello di questa sera non fa eccezione e aggiunge una spruzzata di politica, oltre alla novità di un Real in versione outsider. José Mourinho, sorprendente come al solito nella conferenza stampa della vigilia, prova a parlare di calcio con una serenità che non avrebbe certo avuto se l’incontro si fosse svolto 3 settimane fa, col Real in piena crisi di risultati e, stando ai rumors, di nervi.
MOTIVAZIONI – Esemplare la frase d’esordio, in cui lo Special One sfoggia una visione robotica del calcio: “Stiamo migliorando molto rispetto alle ultime partite, vogliamo arrivare al livello che ci ha consentito di vincere la Liga un anno fa. I giocatori hanno capito che era indispensabile cambiare. Servivano le motivazioni, ci voleva piú concentrazione. Altrimenti la stagione cominciata male sarebbe finita peggio. Gliene va dato merito, hanno cambiato il chip, ora é piú facile che le cose ci vadano bene“. Ciò che Mourinho non specifica è il momento in cui il cambio di chip è avvenuto, ma su quello esistono pochi dubbi: 18 settembre, fasi finali della partita di Champions League contro il Manchester City, la squadra sta soccombendo ma trova la forza per trasformare il match del baratro in quello del rilancio. Vittoria 3-2 ed esultanza pirotecnica del tecnico, con tanto di conto salato in tintoria per eliminare le macchie di erba dai pantaloni del completo grigio. Fin lì il Real aveva montato il chip di un apricancello: il 16 settembre sconfitta 1-0 a Siviglia e 8 punti di distacco dal Barça accumulati in sole 4 partite. Da lì in poi, invece, il Real ha vinto 3 partite consecutive tra campionato e Champions League, di cui 2 in trasferta, segnando 11 reti, subendone 2 soltanto e soprattutto mostrando contro l’Ajax un gioco largo e avvolgente e finalmente dei solisti in grado di fare anche il bene della squadra.
MISTERO SULLA FORMAZIONE – Già, i solisti, o meglio i giocatori che fanno la differenza ma a volte la fanno fare anche agli avversari. Mourinho sa bene di doverne dosare la presenza, con la conseguenza di trovarsi necessariamente a gestirne gli umori. Per questo prova a catechizzare, non sbilanciandosi sulle scelte per l’undici titolare: “Non posso dire chi giocherá tra Kaká, Özil e Modric. O se non giocherá nessuno. Non c’é bisogno di fare drammi quando un giocatore sta fuori. Ce ne sono 24. Significa che 13 non giocano e ogni volta che qualcuno finisce in panchina succede il finimondo. Io sono pagato per decidere e cerco di farlo al meglio delle mie capacitá“. Scontata la conferma del modulo 4-2-3-1, le indiscrezioni della vigilia vedono favorito Özil per il ruolo di centrale nel trio dietro Benzema, con ai lati Cristiano Ronaldo e Di Maria. Nessun dubbio sulla coppia di centrocampisti arretrati, Xabi Alonso e Khedira, e sulla linea difensiva, confermatissima, con Pepe e Ramos centrali affiancati da Arbeloa e Marcelo.
RISULTATO – Mourinho mantiene un profilo basso anche riguardo le ambizioni della sua squadra per il match: “Pareggio accettabile? Dipende dalla partita. Se giochi benissimo e hai tante occasioni, il pareggio é pessimo. Se tiri una volta e segni, il risultato può essere molto buono. Noi pensiamo solo a giocare bene“. E a vincere, non c’è dubbio, perché 3 punti significherebbero riportarsi a 5 punti dai catalani e soprattutto darebbero una fantastica inerzia psicologica alle merengues per il prosieguo del campionato. A Barcellona non la penseranno così, ma la sensazione è che il Barça delle 6 vittorie su 6 partite rischi qualcosa, avendo il suo unico punto debole nella zona di maggior forza degli avversari. Ogni riferimento alla coppia difensiva Song-Mascherano contrapposta alle accelerazioni e ai tagli del quartetto avanzato madrileno è tutt’altro che casuale.
Che bello parlare di calcio. Ma nessuna conferenza stampa di Mourinho può chiudersi senza una frecciata agli avversari, sullo stile dell’ormai arcinoto “rumore dei nemici”. E immancabilmente, stimolato da una domanda sui presunti favori arbitrali ricevuti dai blaugrana, Mou ha risposto da comunicatore smaliziato: “Sono successe alcune cose ma nessuno nel club ha aperto bocca. Non saró io a farlo“. Incredibile. Un modo brillante per dire una cosa che si vuol dire senza dirla.
Come da recente consuetudine, il Real arriverà a Barcellona in giornata. Ora non resta che alzare il sipario.
Andrea Cioli