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Editoriale

La Juventus sa soffrire, ora può competere davvero

Prima il pianto, poi il rimbalzo della sorte, infine la liberazione.

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Juventus

La Juventus batte il Pisa in una notte spigolosa, più sofferta che brillante, ma proprio per questo rivelatrice. Perché non tutte le vittorie sono uguali e alcune valgono più dei tre punti: insegnano a una squadra chi è davvero. Questa Juve, oggi, sa soffrire. E quando una squadra impara a farlo, può cominciare a competere sul serio.

Il risultato arriva grazie a un rimpallo fortunoso, una carambola tra Calabresi e Kalulu, e al sigillo finale di Yildiz, del solito Yildiz, a porta spalancata. Sarebbe però riduttivo fermarsi agli episodi. La differenza è tutta nella ripresa, quando la Juventus cambia passo, alza il baricentro e soprattutto smette di girare a vuoto. È lì che emerge la mano di Luciano Spalletti, ancora una volta decisivo con i cambi: Zhegrova porta qualità e fantasia, David riempie l’area e costringe il Pisa ad abbassarsi. E’ il marchio di fabbrica di un allenatore che è arrivato a Torino affamato, con la voglia di prendersi la sua rivincita contro l’opinione pubblica e sportiva che lo aveva deriso dopo il flop con la nazionale.

Ma torniamo alla Juventus, soprattutto quella del primo tempo. Una squadra confusa, con il 59% di possesso, sì, ma comunque incapace di scegliere, di pungere, di sterzare. Un’altra statistica chiara: 1 tiro in porta in 57 minuti. E intanto i toscani ci provano: prendono una traversa, colpiscono un palo. I bianconeri sembrano avvitarsi su se stessi, con Openda isolato e una manovra che non decolla nonostante interpreti teoricamente adatti. Poi nella ripresa cambia tutto. Ritmo, atteggiamento, aggressività. McKennie e Yildiz danno energia, Locatelli prende campo, la squadra accetta finalmente il duello fisico e mentale. Arriva anche un palo di Kelly, ma soprattutto una pressione costante che alla lunga spezza la resistenza toscana. È qui che la Juve dimostra di aver fatto uno scatto in avanti: non domina, ma non si disunisce. Soffre, ma resta dentro la partita.

La settima vittoria nelle ultime otto tra campionato e coppe, la terza consecutiva in Serie A, riporta per una notte la Juventus al secondo posto. La classifica va letta con cautela, ma il colpo d’occhio conta. E conta il messaggio: c’è anche la Juve. Spalletti le sta restituendo ordine, dignità e una dimensione credibile, dopo mesi di smarrimento. Saper difendere un risultato, reggere l’urto, restare lucidi nei momenti storti: è così che si costruisce una squadra da vertice. Questa Juventus non è ancora scintillante, ma è finalmente solida. E quando una squadra smette di piangersi addosso e impara a soffrire, il salto da incompiuta a competitiva non è più un’illusione.

Prof di giorno, giornalista freelance di notte. Direttore de il Catenaccio e Head Writer di Sportcafe24.com

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