Chi è il pusher?
Italia, non è questione di passi indietro

Una lezione di calcio. Può davvero essere semplicemente descritto così quanto accaduto in Spagna-Italia. L’1-0 è senza alcun dubbio un risultato bugiardo, con Donnarumma che ha evitato una debacle ben più pesante. Gli azzurri non sono infattimai stati in partita, essendo stati totalmente annichiliti sotto tutti i punti di vista. Ed ecco che, come sempre accade in questi casi, son partiti i processi, con l’immancabile caccia al colpevole.
In realtà però in pochi, da ieri sera, hanno fatto un cosa, ossia guardare il percorso e i risultati da quando Spalletti è diventato commissario tecnico. Un percorso che dice che la sconfitta è arrivata solo in due occasioni: contro l’Inghilterra e appunto ieri contro la Spagna. Quindi il ko c’è stato quando di fronte si aveva un avversario più forte. Perché forse non si vuole fare i conti con questo, quasi a volersi gonfiare il petto con il titolo conquistato tre anni fa. Non si vuole ammettere e dire che oggi, a livello europeo, ci sono almeno quattro squadre più forti. Basta questo per spiegare la sconfitta di ieri? Ovviamente no, ma è un punto di partenza.
Perché è chiaro che, se a un’inferiorità tecnica e qualitativa evidente, si va anche ad aggiungere errori banali, l’essere compassati e sotto ritmo e la giornata no di molti singoli, quello che va in scena è quanto visto contro la Spagna. E le differenze sembrano ancora più nette. La soluzione? Nessuno può avercela in tasca. Ciò che è certo è che mettere sul banco degli imputati Spalletti è alquanto folle. Anzi, forse è proprio il CT l’unico top player di questa Nazionale. Una Nazionale che solo seguendo il suo condottiero e provando ad applicare la sua idea di calcio può provare a dire la sua in questo Europeo. Semplice? Assolutamente no. Ma è anche vero che di fronte non ci sarà sempre la sua Spagna, il suo pressing alto, il suo possesso palla e la fame dei suoi giovani. Perché, in fondo, è una la cosa che non si vuole ammettere: in campo c’è anche l’avversario.
