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I cinque dubbi esistenziali del fantacalcio

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Il fantacalcio, il gioco più bello del mondo dopo il calcio

Il gioco più bello e più amato del mondo dopo il calcio. Una definizione che può andare bene, ma è estremamente semplicistica. Il fantacalcio non è un gioco, ma un esperimento sociologico, una disciplina filosofica, un esercizio catartico. Diffusissimo in Italia, esso costringe, ogni settimana, milioni e milioni di fantallenatori a riflettere su questioni solo apparentemente banali, ma che in realtà nascondono dubbi esistenziali. Oggi proviamo a enuclearne cinque.

EQUILIBRIO O FOLLIA – Il momento dell’asta iniziale determina spesso, ma non sempre, i destini di una stagione. Il primo rendez-vous con il proprio Io avviene, indistintamente, in un afoso pomeriggio d’Agosto o in una fresca sera di Settembre. La domanda è sempre la stessa: “Costruisco una squadra equilibrata in ogni reparto, o mi lascio i soldi per comprarmi pure George Weah in attacco?”. Il problema è che entrambe le opzioni possono portare i frutti sperati, come entrambe possono provocare crisi isteriche interminabili.

TITOLARI SCARSI O RISERVE FORTI – Vedere gente come Totti, Gabbiadini, Iturbe, Zaza ecc. totalmente ignorata all’asta fa male al cuore, ma, soprattutto in leghe composte da 8 partecipanti, o meno, trattasi di precisa scelta tattica. E così, spesso ci si indirizza verso il Ryder Matos di turno, pur di avere la possibilità di schierare un titolare fisso ogni maledetta domenica. Il romanticone del gruppo non manca mai, ovviamente. Pazienza se poi andrà avanti, almeno fino a Gennaio, con uno scialbo 4-4-2.

LI COMPRO O NO? – Siamo agli attaccanti, il clou dell’asta. Da romanista, punto tutto su Dzeko, pregustando la doppia gioia che i gol del bosniaco mi provocheranno. Sorte infame, però. Nella lega c’è un altro romanista, il quale si aggiudica il mio pupillo. Nel frattempo, se ne sono andati via tutti gli altri top player, e mi ritrovo difronte ad una scelta esistenziale. Klose e Morata li prendo o no? Sudore e rimorsi di coscienza sono assicurati.

GOL O NO? – Ok, ho preso Klose e Morata. Costretto dal destino beffardo, li schiero la domenica. E poi? Spero nel gol dell’odiato bomber della Lazio o gufo come un assatanato per tutti i 90′, fregandomene di perdere 0-4 contro lo sfidante di turno? Spiacente, Pascal. E’ questa la vera filosofia.

LA SFIGA ESISTE O NO? – Ecco la domanda delle domande. Infortuni, vittorie per mezzo punto, pareggi per mezzo punto (benedetto intorno), gol lasciati in panca. Errori di valutazione o sfiga biblica?

No, il fantacalcio non è solo un gioco.

Matteo Masum

Giovane studente di filosofia ed aspirante giornalista, nato nel 1993. Calcio e ciclismo sono gli sport che amo maggiormente, ma la mia vera, grande passione, è la politica, vissuta, sempre e comunque, in direzione ostinata e contraria.

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