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Milan-Napoli: Mihajlovic è già al bivio?
Mihajlovic è un ex-calciatore che durante la sua carriera, tra le varie casacche, ha indossato quella della Lazio e, soprattutto, quella dell’Inter. Da allenatore, ai tempi di Catania, ha dichiarato che non avrebbe mai allenato il Milan o il Palermo perché sarebbe stato un atto contro i suoi principi. Il 16 giugno 2015, malgrado tutto ciò, accetta di sedersi sulla panchina rossonera per sostituire l’idolo di sempre dei tifosi SuperPippo Inzaghi . La sua vena severa e determinata ha portato fin dal primo momento un’aria nuova a Milanello che da tempo non era presieduto da un allenatore ‘sulle sue’. Andando indietro nel tempo notiamo che dall’addio di Capello, alcun allenatore ha avuto queste caratteristiche. Nessuno era abituato alla linea di ferro e il primo impatto è facile immaginare che sia stato di estremo rispetto e di celato timore. Da questo punto di vista, i tifosi rossoneri affiancano pienamente Mihajlovic visto che una ‘strigliata’ era dovuta allo spogliatoio. C’è, però, un punto su cui i dubbi del tifoso si rafforzano: la classifica. Le prestazioni del Milan, fino ad ora, sono state altalenanti e la tattica seguita non è ancora del tutto chiara. Possesso palla o lanci lunghi? Pressing o contropiede? Il Milan ad oggi non ha un gioco e questo è un fatto preoccupante. I risultati, inoltre, seguono la costanza di una montagna russa: 3 vittorie e 3 sconfitte. Nessun pareggio nelle 6 gare disputate e le tre vittorie non sono state consecutive. Ma quali sono i problemi del Milan?
INFERMERIA- Se cercate un luogo più affollato di Pechino, visitate l’infermeria di Milanello. Menez, Mexes, Niang, Bertolacci, Antonelli, Abate e chi più ne ha più ne metta. I nomi appena citati sono quelli che si sono visti più nelle cartelle cliniche che tra le probabili formazioni. Grazie alla loro assenza, soprattutto a quella di Menez e Mexes, il Milan ha dovuto fare a meno di giocatori importanti. Contro il Napoli saranno assenti Menez, Mexes, Niang, Abate e all’ultimo Balotelli per un problema all’inguine. A quale santo si deve rivolgere Mihajlovic?
PRESSIONE- Un fattore, sicuramente, è quello del blasone della panchina su cui siedi. Allenare il Catania o la Sampdoria non è come allenare il Milan. In provincia non hai milioni di tifosi in giro per il Mondo che attendono il primo errore per silurarti (visto anche il tuo passato) e non hai una società che pretende gioco e vittorie, pur se svolge un mercato mediocre che ha come unico cavillo a cui appendersi la somma spesa. A certe latitudini è d’obbligo il sangue freddo.
Se il Milan dovesse perdere, una cosa è certa: per placare gli animi, Mihajlovic, dovrà fare perno sulle motivazioni scritte sopra.