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Milan, perché Honda è definitivamente un flop

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Honda, flop del Milan, potrebbe diventare protagonista del calciomercato

Keisuke Honda fin dall’inizio della sua esperienza italiana ha dimostrato di avere molte lacune. La troppa staticità, per esempio, limita il suo raggio di azione e la sua incisività. Ha ottimi piedi ma, essendo lento, ritarda l’esecuzione e spesso l’azione sfuma. Il trequartista dovrebbe essere il catalizzatore del gioco, cioè colui che riceve la palla, si gira, salta un paio di avversari e velocizza l’azione della propria squadra. Il numero 10, inoltre, è colui che ha carisma e che inventa le giocate dal nulla. Seguendo le definizioni Honda non è né un trequartista né un 10. E quindi cosa rappresenta il giapponese per il Milan? Ormai fa parte del gruppo di Milanello da 21 mesi ed è stato gestito da ben 4 allenatori differenti (Allegri, Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic). Il periodo di ambientazione è terminato e il problema del ruolo non persiste visto che con 4 allenatori diversi, quindi con 4 moduli diversi, ha giocato in più posizioni e i risultati sono stati sempre i soliti.

Keisuke Honda, Milan

Keisuke Honda, calciatore Giapponese del Milan

NUMERI — I numeri parlano chiaro: solo 9 gol e 8 assist in 51 presenze nel Milan. Troppo poco se si pensa che il numero di assist è uguale al numero di cartellini gialli ricevuti. E comunque in 10 anni di carriera ha segnato solo 61 gol e fatto una sola tripletta in un 6-0 della sua nazionale contro la Giordania. Qualcosa di imbarazzante per un giocatore che veste la maglia numero 10 del Milan. È paradossale, infine, il suo valore di mercato: 11 milioni. Chi mai li spenderebbe?

LA SUA PERMANENZA — Il suo arrivo possiamo affermare che si è concretizzato per un colpo di marketing. Infatti, grazie al suo arrivo, il Milan ha conquistato maggiormente le piazze asiatiche. La sua permanenza, oltre ad essere legata alle prestazioni ovviamente, è legata all’aspetto mediatico asiatico e all’affare Milan-Mr. Bee che amplia il raggio di azione rossonero nell’ambito del marketing internazionale. Il Milan, infatti, ha aperto scuole calcio in Cina e ha disputato una gara in loco.

Il suo numero 10 e la sua presenza in campo sono solo ‘specchi per le allodole’. A discapito dei risultati sportivi che interessano agli italiani, si oppongono le illusioni asiatiche. Cosa c’è di giusto in tutto ciò?

Speaker radiofonico, radiocronista di Serie A/Champions League, studio Sport and Football Management e alleno in una scuola calcio: vivo per questo sport.

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