La Opinión
Quanto ci mancavi campionato!
Ci mancava vivere l’intera settimana in attesa di quel fischio d’inizio. Ci mancava quell’ansia, quella tensione della vigilia, quel concentrato di emozioni durante il match, le esplosioni di gioia o di rabbia durante i novanta minuti e l’adrenalina che piano piano va via dopo la fine. Insomma, ci mancavi campionato, ci mancavi eccome!
L’ITALIA NEL PALLONE – Perché l’Italia vive sempre nel pallone. Ci vive per i suoi continui, infiniti ed interminabili problemi, ma ci vive anche e soprattutto perché, all’italiano medio, non puoi assolutamente levargli la sua squadra e quell’ora e mezza di passione e amore. C’è chi dice che è una malattia e che le cose serie sono altre. Vero, ma ognuno ha diritto ad avere uno sfogo puro, vero, sincero e mai violento. La maggior parte dei tifosi vive il calcio ed il campionato proprio in questo modo, come un modo per mettere, seppur per poco, tutti i problemi in un cassetto ben sigillato e chiuso a chiave. La vita quotidiana poi ovviamente riprende e le sue complicazioni non scompaiono come d’incanto se la tua squadra del cuore ha vinto. Ma per un’ora hai vissuto un qualcosa che nient’altro può darti. E non puoi spiegarlo a parole, perché lo sai e lo capisci solo tu e chi, come te, lo vive.
NON ROVINERETE CIO’! I delinquenti travestiti da tifosi, le barriere nelle curve, il campionato spezzatino e il dio denaro, che oramai comanda su tutto e tutti: sono queste alcune delle cose che cercano di uccidere questa passione. Ma l’italiano medio resiste, non molla e lotta per quei novanta minuti. Perché, scimmiottando una vecchia pubblicità, il suo pensiero è, in un certo senso, levatemi tutto ma non questo. E poi comunque ci mancherebbe. Terribilmente. In sua assenza cosa faremmo? Non ci lasciare mai e poi mai amato campionato!
Gianpiero Farina