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Cronaca

Auditore, l’ennesima madonnina piangente di un Paese senza fede

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Madonna di Auditore

“Siamo un Paese di madonne che piangono” disse qualche tempo fa l’oncologo Umberto Veronesi per descrivere sinteticamente l’Italia del terzo millennio, e forse è proprio la spietatezza del noto miscredente la causa delle ultime lacrime in ordine di apparizone, quelle di una madonnina di Auditore (Pesaro Urbino). Anzi, no: secondo le voci che circolano in paese, la statuetta in gesso starebbe piangendo per la morte – risalente a qualche giorno fa – della donna che si occupò di lei per più di trent’anni, l’89enne Ada Fabbrucci. Sia quel che sia, la piccola – e fino a ieri anonima – immaginetta sembra essere davvero molto addolorata, e secondo le prime analisi effettuate presso l’istituto di medicina legale di Ancona le sue sono lacrime di sangue.

Auditore (Pesaro e Urbino)

Auditore (Pesaro e Urbino)

VIENE DA PIANGERE – Di coniglio? Di vitello? O di essere umano? Si vedrà. Siamo “in attesa di tutte le verifiche del caso”, fa sapere la diocesi di Rimini, cui si associa il primo cittadino di Auditore, l’ex-poliziotto ora in pensione Giuseppe Zito: “Sono abituato a svolgere tutti gli accertamenti necessari – ha detto il sindaco-tenente Sheridan – prima di esprimere un’opinione. Direi per ora di non trarre conclusioni affrettate”. Parole sante: potrebbe anche saltar fuori che si tratta di vero sangue di Madonna, infatti, meglio andarci cauti. Nessun dubbio, invece, per i numerosi pellegrini che già affollano le vie del paesino marchigiano gridando al miracolo. “Il cuore mi batteva forte” ha detto la signora Maria, cognata della defunta Ada e scopritrice delle scie ematiche sul volto della Vergine. “All’inizio non ho visto nulla mentre pregavo, poi ho visto le lacrime. Ha pianto sangue“. Ce n’è quanto basta, insomma.

APPARIZIONI: ECCO COSA FARE – Ricordate Zut, il giornale satirico diretto da Vincino alla fine degli anni settanta? Se la memoria non inganna, fu proprio Zut a indicare la via e a spiegare come vanno trattate simili notizie. Le madonne che piangono, infatti, sono molto affini ai Gesù – e ai Padre Pio – che si materializzano su vetri e finestre, e quando il volto del Messia fece l’ennesimo capolino fra due infissi qualunque il commento dei Vincino Boys fu esemplare:Non c’è Cristo che tenga con Vetril!(per la cronaca, dopo le istruzioni per l’uso l’apparizione fu velocemente rimossa). Ecco, questa è la via, ed è stata indicata più di trent’anni fa, e tuttavia ancora oggi la maggior parte dei commentatori ne prende sempre un’altra. Si tratta di episodi avvilenti e rasoterra (lo sa la Chiesa, innanzitutto, il cui stare in sospeso fra Ragione e Ragion di Stato non potrà durare in eterno), ma purtroppo ci sono di mezzo paroloni come fede, religione e devozione popolare, quindi meglio fare come Zito: meglio andarci cauti.

FEDE DI PLASTICA – E invece no. Di mezzo, infatti, non c’è solo un business dalle zero luci e mille ombre, un giro d’affari consumato in gran parte sulla pelle degli anziani – per approfondire l’argomento leggete l’istruttivo articolo di Jenner Meletti pubblicato su Repubblica nell’ottobre 2010 – ma anche, e soprattutto, un vero e proprio oltraggio al senso stesso della fede. Sangue di bue (o di bidello)? Tiocianato di potassio? Cloruro ferrico? Ketchup? Che importanza ha sapere di cosa sono fatte le lacrime della madonna quando sappiamo benissimo da cosa è contaminata (pura e semplice superstizione) la fede di chi ci crede? E’ questa la sostanza che conta, in fondo, e non c’è bisogno di fare analisi, ma solo di curarsi.

Enrico Steidler

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