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Alla fine se ne va al Diavolo, Sinisa come Don Fabio
“Io al Milan? Sono stato all’Inter, non potrei mai per rispetto dei miei tifosi”. Parola di Sinisa Mihajlovic, uno che quando parla raramente mette in mostra la fiera delle banalità. Tra le mille citazioni sciorinate nei mesi blucerchiati, questa è quella che balza all’occhio nelle ultime ore, visto il pressing di Adriano Galliani sul tecnico serbo. Dopo il rifiuto del figliol prodigo – Carletto Ancelotti – il Condor (con il beneplacito di Berlusconi) sta piombando sull’ormai ex allenatore della Samp, liberato da Ferrero e illuso da De Laurentiis, che prima lo ha sedotto e poi abbandonato sull’altare di Unai Emery. Dopo quattro centrocampisti (Ancelotti, Leonardo, Allegri e Seedorf) e un attaccante (Pippo Inzaghi), il Milan sembra volersi affidare a un difensore – comunque goleador – per invertire il trend degli ultimi anni disastrosi.
La corte è serrata e il diretto interessato sembra incline a convolare a nozze col Diavolo, rimangiandosi in un colpo solo promesse e speranze per il futuro. “Dopo la Samp e la Serbia, i miei sogni sono la Lazio e l’Inter” diceva qualche tempo fa il buon Sinisa, che difficilmente a questo punto sarebbe accolto benissimo in un’ipotetica – quanto lontana – avventura nerazzurra. Certo, Miha potrebbe sempre difendersi dicendo di aver solo voluto omaggiare con la sua frase un grande della Storia, come già fatto con Kennedy e tanti altri. La speranza dei tifosi del Milan è quella che riesca anche a ripetere – sul campo – le gesta dell’illustre predecessore.
“Io alla Juventus? Non ci andrei mai, è una squadra che non mi interessa”.
Cit. Fabio Capello.