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Le solite polemiche, i soliti fantasmi: Juventus-Monaco è solamente un rigore

Dopo il 57′ di Juventus-Monaco, l’esito del match è diventato scontato. No, non si parla del risultato finale, ma delle polemiche scaturite dal rigore assegnato ai bianconeri. Tre tipologie differenti di ansia si sono scatenate su più fronti: quella dei tifosi juventini, speranzosi di veder Vidal buttare dentro il pallone, quella degli anti-juventini per professione, felici nel poter rievocare i soliti rancori, legati ad un penalty più che dubbio, ed infine quella degli sportivi, gli sportivi veri, che hanno immaginato da subito come sarebbe andata a finire. Così è stato. Al 90′, Juventus-Monaco, quarto di finale di Champions League, è finita, dando il là alla Juventus-Monaco dei soliti, insopportabili, luoghi comuni. “La Juventus ha rubato!”. “Quello juventino di Platini può esultare!”. “Si fanno riconoscere anche in Europa!”. Basta, non se ne può più. Juventus-Monaco è lo spin-off di Calciopoli? No, è una partita di calcio condizionata dall’errore di un essere umano, incapace di valutare al meglio una situazione di gioco difficile da leggere. Punto. Criticare con faziosa malizia, vedendo il male anche laddove non c’è, è un esercizio di becera ignoranza, figlia di una subcultura che fa del calcio – a prescindere – una militaristica guerra dei mondi. Non certo uno sport. Il calcio è un’altra cosa: tattica, emozioni del campo, sfottò (quelli sani), estetica, narcisistica follia. Il calcio è amore per una squadra, non è odio da riversare sugli avversari. Il calcio non è senso d’appartenenza fine a sé. Gli ultras da tastiera non lo capiranno mai, e non sanno cosa si stanno perdendo.
@antoniocasu_
