Ciclismo
Roubaix: Degenkolb “monumentale”, battuti Stybar e Van Avermaet
Il pavè della Roubaix incorona John Degenkolb. Dopo la vittoria alla Milano-Sanremo, l’Inferno del Nord sorride per la prima volta in carriera al tedescone della Giant. Per il corridore 26 enne, una vittoria in una volata di gruppetto ristretto al termine di un non semplice inseguimento: ai 6 dal traguardo rientra su Van Avermaet e l’altro belga Lampaert, ponendo ufficiosamente fine alle loro velleità di vittoria. L’edizione numero 113 della classica del pavè è stata tra le più spettacolari degli ultimi anni: le assenze di Cancellara e Boonen hanno lasciato molto spazio e inventiva ai tanti favoriti della vigilia. Kristoff, vincitore del Fiande, non è andato oltre la decima piazza; ancora peggio Sagan, mentre Wiggins ha provato un’azione ai trenta dal traguardo. La Roubaix si è dimostrata troppo dura anche per lui, che da piccolo si avvicinò al ciclismo con le imprese di Franco Ballerini.
LA CORSA – Sole e temperatura mite accompagnano i corridori per tutto il percorso. Ma le insidie non mancano mai, come per esempio un passaggio a livello che ha spezzato in due il gruppo (molti corridori passeranno, rischiando e non poco). I temerari di giornata sono nove: tutto tranquillo fino alla foresta di Arenberg, primo punto cruciale della corsa. Thomas fora, il compagno Wiggins ne esce attardato. Ai 70 dall’arrivo, entra in scena le Etixx Quick Step orfana di Boonen ma ricca di corridori “da Nord”: tra di essi il forcing del nostro Trentin e l’azione di Vanderbergh. Bak cade e travolge uno spettatore senza conseguenze, ma ciò fa parte di uno spettacolo vissito metro per metro e ad un centimetro di distanza dall’essenza del ciclismo. Il “baronetto” recupera, conosce a memoria il tracciato e ci prova: Wiggins, Debuscchere, Vanderbergh e il favorito Stybar guadagnano una manciata di secondi. Il loro tentativo finirà presto: a 20 mila metri dal Velodromo, il gruppo dei big è forte di una ventina di unità tra cui il nostro Marcato (migliore italiano, 22^). Roelandts prova a spaventare tutti: la sua azione solitaria raggiunge anche il mezzo minuto di vantaggio. Il Carrefour de l’Arbre è davvero il crocevia della corsa: il belga viene ripreso, e nasce poco dopo l’azione che deciderà la corsa. In un momento di studio, come l’anno scorso, provano ad approfittarne ai meno dodici Van Avermaet e Lampaert. Degenkolb, che nel 2014 arrivò secondo, non si lascia scappar via ancora una volta il treno per la vittoria: dapprima con l’aiuto del compagno De Backer, poi in solitaria, raggiunge il duo al comando. Stybar, con uno sforzo notevole, si rifa sotto. Poco dopo rientrano Elminger, Boom e Keukeleire. Arrivano in sette nel Velodromo più famoso del Mondo, dove Degenkolb con uno sprint regale mette tutti in riga. A Van Avermaet rimangono le lacrime di chi sa di essere, ancora una volta, l’eterno piazzato.
GLI SCONFITTI – Il Belgio, senza Boonen, manca ancora una volta la stoccata vincente. Oltre al terzo classificato, anche per Vanmarcke dopo il Fiandre è stata una giornata no. Le pietre respingono ancora Sagan, che fora sì ai cinque dall’arrivo ma era piuttosto indietro. Poca gloria per Kristoff, protagonista di questo inizio di stagione: per lui l’occasione del riscatto arriverà presto. Wiggins chiude in 18^ posizione, peggiorando la nona piazza di un anno fa. Da ora in poi si dedicherà solo alla pista; a meno che il fascino della Roubaix, corsa dei suoi sogni che mai lo ha reso protagonista, lo convinca a riprovarci. Almeno un’altra volta.
Manlio Mattaccini