Arte&Cultura
Rosetta Barabino, la donna con Andy Warhol sul comò
Warhol – Il sito è solo la partenza. Warhol è la sintesi, è il luccichio che incanta, il manifesto che ci attira a Villa Croce, in via Ruffini a Genova. Warhol è una delle tante piccole tele che Rosetta Barabino appendeva sul comò, mentre acquistava opere dal MoMA di New York, come “One and Three Chairs” di Joseph Kosuth dove la sedia si scompone dall’oggetto di uso comune nell’immagine riprodotta fedelmente (la fotografia) e nel significato attraverso il lessico (la definizione del vocabolario), realizzando così una tautologia ed una contrapposizione tra gli elementi fisici e testuali.
LA COLLEZIONISTA -Chi fosse questa straordinaria collezionista ben lo spiega nel catalogo edito da Marsilio Ilaria Bonacossa: se è vero che Rosetta Barabino comprava per investire in qualcosa di duraturo, e trattava con tenacia i prezzi fino a spuntare, da buona genovese, affari incredibili. Certo, il suo desiderio di portare a casa opere d’arte contemporanea non aveva nulla di speculativo, al contrario, nascondeva il desiderio di offrire ai figli una visione internazionale e aperta al futuro. Legata alla storia delle gallerie e dei personaggi che hanno trasformato l’arte italiana degli anni ’70 -in particolare alla figura di un grande mercante come Gian Enzo Sperone, a Gallerie quali La Polena o spazi culturali come Il Deposito di Boccadasse– Rosetta Barabino ha dimostrato non solo un innato talento nel scegliere opere d’arte, attività in cui veniva supportata e spronata dal figlio minore, ma soprattutto il coraggio di investire i soldi della sua famiglia nelle forme più sperimentali di arte e di ricerca.
LA MOSTRA– E’ così che il Museo di Villa Croce torna ad essere uno splendida dimora privata, con mobilio Vitra, Molteni e Schiffini arredato -se così si può dire senza svilire assoluti capolavori- con un centinaio di opere dalla Minimal Art al Pop all’Arte Concettuale fino alle ricerche più attuali tra cui Andy Warhol (che in quegli anni veniva tacciato da molta critica europea di eccessiva superficialità e che dunque non era affatto un acquisto scontato ma un ottimo colpo della Barabino) , Carl Andrè, Donald Judd, Cy Twombly, Dan Flavin e Robert Morris. Poi tra i Color Field Painters Barnett Newmann, Mark Rothko e Ad Reinhardt e grazie agli influssi del figlio Maurizio, Ai Wei Wei, Takasho Murakami ed Ettore Spalletti. Un viaggio che rappresenta una pluralità di relazioni e di cultura e alla fine la storia incredibile di una Signora che, senza lasciare Genova, era affezionata allo stesso modo ad Andy Warhol come a ogni altro autore della sua collezione, così come una madre vuol bene ad ogni figlio in modo diverso ma allo stesso tempo uguale. La mostra,titolata appunto “Andy Warhol sul como’” dal 2 aprile al 5 luglio 2015 e promossa dal Comune di Genova e da Genova Palazzo Ducale – Fondazione per la Cultura in collaborazione con Civita, è accompagnata da un bel catalogo edito da Marsilio, offrendo con puntiglio e a chiare lettere la storia della collezione, immagini della mostra e testi critici di Ilaria Bonacossa, Francesco Bonami, Luca Cerizza oltre alle schede di tutte le opere in collezione.
Dal 2 aprile al 5 luglio 2015
Orario mostra
da martedi a domenica, ore 11.00 — 19.00 (chiusura biglietteria ore 18.00)
lunedì chiuso
Biglietti
intero 8,00€
ridotto € 6,00 per giovani da 18 a 25 anni, gruppi di almeno 15 visitatori, convenzioni appositamente attivate
ridotto speciale € 3,00 per scuole e minori di 18 anni
Per informazioni
tel + 39 010 580069 / 585772
www.villacroce.org