Nazionale
Antonio Conte, risposta a Mancini: “Non siamo un ripiego”
In mattinata era giunto il siluro di Roberto Mancini sugli oriundi, o stranieri, a tutti gli effetti. “Chi non è nato in Italia o non ha parenti diretti italiani non dovrebbe essere convocato in Nazionale“. Su questo e tanto altro si è espresso il Ct degli azzurri Antonio Conte a margine della conferenza stampa che introduce la settimana dell’Italia, prossima all’impegno ufficiale del 28 marzo contro la Bulgaria de del 31 allo Juventus Stadium contro l‘Inghilterra.
“Non sono il primo e non sarò l’unico a convocarli. In passato ci sono stati Camoranesi, Paletta, Ledesma…nell’ultimo mondiale 83 calciato su 700 erano oriundi. Ci sono regole. Rispetto qualsiasi opinione, ma non ho fatto nulla di diverso rispetto al passato. Avrei preferito vederli un mesi fa se ci fosse stata la possibilità di fare gli stage. Ora li valuterò e deciderò se dargli una maglia. Vazquez ha detto subito di avere la mamma italiana e di sentirsi italiano. Alcuni calciatori non hanno voluto vestire la maglia azzurra e non ho forzato nessuno: è una cosa che deve essere sentita, l’Italia non può essere un ripiego“.
Duro e piuttosto chiaro il pensiero di Antonio Conte riguardo la polemica innescata quest’oggi da Roberto Mancini. Polemica nata qualche giorno fa anche circa la sua dichiarazione-Scudetto che interpellava bianconeri e giallorossi, “la mia Juve a quest’ora avrebbe 20 punti di vantaggio sulla Roma“. A distanza di un po’ di giorni, Antonio Conte addolcisce la pillola ed elogia il risultato europeo raggiunto dalla sua ex squadra: “I bianconeri hanno dimostrato di essere più forti, le altre hanno trovato problemi. La Juventus ha fatto qualcosa di straordinario quest’anno e non era semplice dopo tre scudetti consecutivi: meriti di squadra, società e allenatore. Seconda, terza e quarta sono vicine sarà una bella lotta“.
Mancheranno De Rossi e Pirlo, chiamato Valdifiori al debutto, suo vecchio pallino: “Abbiamo tanti calciatori in quel ruolo, ma lui ha meritato di essere qui. Lo seguivo in Serie B e lo avrei portato alla Juventus. In Serie A si è confermato, ora sono curioso di vedere come regge la pressione a certi livelli“, mentre glissa su Verratti, in modo lapidario: “Non penso alla Nazionale di Verratti, ma a un gruppo. Fino a quando sarò io il commissario tecnico non ci sarà mai la squadra di un singolo calciatore ma sempre un gruppo“.
Esordio anche per Vasquez, al centro della polemica di quest’oggi assieme ad Eder: “Ho parlato con lui e Iachini: si sente punta, anche se adesso è utilizzato come trequartista. Nel nostro sistema di gioco l’attaccante deve fare determinati movimenti: credo che lui possa essere utilizzato come punta. Ora però voglio vederlo da vicino e valutarlo personalmente“. Chiusura interessante in un paio di passaggi su Barzagli e Cerci: “Andrea l’ho avuto per tre anni e so come posso aspettarmi. Lo seguo da più di un mese: era disponibile da tanto e se non giocava era per scelta tecnica. Ha giocato tre partita in una settimana e questo mostra il suo stato fisico. E’ tra i più forti difensori italiani, per questo è qui. Cerci invece vive una situazione particolare: ha caratteristiche diverse da altri calciatori, quest’anno sta giocando poco. Nell’ultima convocazione ha fatto bene e per questo è qui: se mi darà garanzie, farà parte di questo gruppo. Credo molto in lui”.