Basket
Stars&Barns: il meglio e il peggio della settimana Nba

Nella nostra consueta analisi sull’ultima settimana di partite in lungo e in largo nei parquet Nba, focalizziamo la nostra attenzione su un paio di storie particolari. Quella di una squadra capace di cambiare improvvisamente passo dopo un’inizio di stagione anonimo e quella di un uomo che, all’interno del peggior contesto mai vissuto nella sua lunga militanza Nba, è riuscito comunque a far parlare di sè per un risultato straordinario. Scopriamoli insieme.
TOP&FLOP TEAMS – Se una decina di partite fa avessero detto agli Atlanta Hawks che si sarebbero trovati a competere per la testa della Eastern Conference, probabilmente più di un giocatore in Georgia avrebbe risposto malamente all’interlocutore o riso di gusto. Invece, 10 gare dopo siamo qui a celebrare un team che, seppur privo di stelle di assoluta grandezza, ha risalito la china della propria divisione, arrivando a
sfiorare il primato detenuto fin da inizio stagione da Toronto. In un contesto dove tutti devono darsi da fare, perchè non c’è il LeBron o il Durant di turno a sollevare dai guai, il ruolo di attore protagonista sembra esserselo definitivamente preso Jeff Teague, leader di franchigia per punti (16,8) e assist (7,0). Quelli che invece avrebbero un Big con la B più maiuscola che mai, ma che invece hanno intrapreso una spirale discendente seconda solo a quella dei Sixers sono i New York Knicks. Nove sconfitte nelle ultime 10 partite, secondo peggior record dell’intera Nba (dopo Philadelphia, appunto) e una crisi tecnico psicologica di difficilissima soluzione. Il rientro di Bargnani non sarà la panacea di tutti i mali, come ha giustamente detto Phil Jackson, nè potrebbe esserlo il rientro in panchina – almeno per le sfide casalinghe o a corto raggio – dello stesso Coach Zen. Fisher nel frattempo brancola nel buio, e la stagione sembra irrimediabilmente andata.
TOP&FLOP PLAYERS – Impossibile non dedicare il premio di miglior giocatore della settimana ad un uomo che per molti anni è stato il simbolo stesso dell’intera lega, e che pochi giorni fa è riuscito ad ottenere uno dei record più importanti della sua carriera. Kobe Bryant, a 36 anni supera Michael Jordan nella classifica All Time dei migliori realizzatori Nba. Su di lui sono già stati scritti fiumi di inchiostro e di pixel – e SportCafe non è stato da meno – per celebrare un’avventura straordinaria e tracciarne i possibili sviluppi futuri. Non certo rosei quelli immediati, con dei Lakers impantanati ancora nelle retrovie della Western, luogo dal quale difficilmente usciranno. In ogni caso, al Black Mamba non può che andare un doveroso ringraziamento. Non sta invece dando l’apporto richiesto – soprattutto in termini di punti – David West, che nei disastrati Indiana Pacers orfani di Paul George avrebbe dovuto prendere un po’ più la scena, e che finisce invece troppo spesso con l’essere anonimo anche nelle sparute vittorie gialloblu.
