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Stars and Barns: i Top&Flop della settimana Nba

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Un super Anthony Davis da 41 punti regala il successo a New Orleans

Poco più di 30 giorni di regular season e già una ventina di partite sono andate in archivio per le squadre Nba, che vedranno adesso complicarsi (oppure semplificarsi) moltissimo il proprio calendario a seconda dell’inizio di stagione che il fato gli ha riservato, dando così più valore a una classifica che finora si può fortissimamente definire “parziale”, ma non per questo irrilevante.

Andre Iguodala, 6° uomo di lusso di Golden State

Andre Iguodala, 6° uomo di lusso di Golden State

TOP&FLOP TEAMS – Ancora una volta nella nostra speciale rubrica compaiono i Golden State Warriors: straordinario Steph Curry, infallibile Klay Thompson, devastante Draymond Green, più che possibile candidato al premio di “giocatore più migliorato dell’anno”, sono questi gli ingredienti dei gialloblù, solidamente al comando di tutta la lega grazie a 13 vittorie consecutive e uno stereofonico record di 18-2 che hanno scalzato dalla vetta Memphis, la quale finora aveva dettato le andature, mica ceppole! Qualche posizione più in basso, i Los Angeles Clippers (per quei pochi che se la sono persa, guardatevi la prestazione di Griffin contro Phoenix) si sono issati fino al 6° posto della Western Conference, non poco per i ragazzi di Doc Rivers che nelle prime uscite stagionali non avevano per niente convinto, mentre adesso sull’onda della 8 “W” di fila sembrano molto più insidiosi. Striscia positiva anche per i Cleveland Cavaliers di Lebron, finalmente giunti tra le prime 4 dell’Est, obiettivo minimo stagionale, ma che con il ben di Dio che si ritrovano a roster possono aspirare molto di più, specie se la squadra riesce ad incamerare i brillanti schemi di Blatt. In fondo alla Eastern Conference, invece, troviamo i terribili Detroit Pistons, anch’essi abbonati a “Stars and Barns”, ma alla parte meno nobile: 12 sconfitte consecutive, penultimo posto della classifica e tensione dei nervi di Van Gundy alle stelle, l’unica soluzione sembra essere quella di andare sul mercato e liberarsi di qualche mela marcia, il che è più facile a dirsi che a farsi in una lega dove gli scambi sono più simili al classico scambio di prigionieri coreani che a degli affari veri e propri. Non stanno meglio gli Utah Jazz, una squadra che più che giovane è “infante”, lo dimostra la fisiologica flessione che ha avuto dopo un buon inizio di stagione, tuttavia per il futuro c’è una speranza a giudicare dal talento e disposizione e al fatto che adesso al timone c’è il buon Snyder. Infine i Timberwolves: al contrario dei Jazz, possono contare su un coach più che censurabile e su un roster ancora più acerbo e inesperto, unica nota positiva…ops, non ce ne sono.

TOP&FLOPS PLAYERS – Sugli scudi Kyle Lowry e Lamarcus Aldridge, eletti giocatori della settimana: il primo è l’uomo chiave degli stupefacenti Toronto Raptors, viaggia a 20 punti e 7 assist ad allacciata di scarpe e dimostra di aver definitivamente imparato a giocare insieme ai propri compagni, fondamentale nel quale peccava assai, mentre il secondo è il 10° realizzatore della lega e si conferma stabilmente sul suo solito 20+10, facendo vedere, se possibile, di aver ulteriormente migliorato quel mortifero tiro da fuori che ne fa una delle armi offensive più efficaci dell’intera Nba. Pur non avendo avuto una settimana particolarmente entusiasmante, impossibile non citare Anthony Davis…perchè è Anthony Davis. La bestia. Il ciglione. La prossima grande stella della lega. Veniamo ora alle mezze cartucce: Nikola Mirotic è un bel giocatore di pallacanestro, dotato di ottimi fondamentali e buona disciplina tattica, ma vederlo andare giù per terra dopo il “girotondo” di Kemba Walker è stato qualcosa di veramente imbarazzante, lui per primo se n’è reso conto e non a caso ha risposto con una buona prestazione che ha contribuito al successo dei Bulls, però che figuraccia! Chiudiamo con Jeremy Lin e Carlos Boozer, due attori di quel cast di attori comici chiamato Los Angeles Lakers, riusciti nella non facile impresa di perdere addirittura il posto in quintetto a favore di due brocchi del calibro di Ed Davis e Ronnie Price, subendo un’ulteriore umiliazione ad opera di Nick Young il quale ha tuonato: ” Occhio ragazzi, la second unit è il mio regno”. E il cielo sulla LA gialloviola si fa sempre più grigio…

Jacopo Bertone (@JackSpartan92)

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