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Chi è il Pusher? Andrea Ranocchia: l’alter-ego di Walter Mazzarri
Se il cane è il miglior amico dell’uomo, il Pusher lo è senza dubbio dei giornalisti. Oggi ve lo confessiamo, non sapevamo davvero su chi abbattere tutte le nostre frustrazioni cariche di una settimana pesante e che volge finalmente al termine, pronti a sballarci anche in questo weekend dicembrino. Ma poi, per fortuna, il Pusher non ci ha tradito e con Andrea Ranocchia offre il fianco per una puntata specialissima della nostra rubrica: anzi, con talmente tanto materiale, da aver pensato quasi di uscire con due pezzi giornalieri dedicati al capitano meno carismatico della storia di tutti gli sport. Ma come detto, il weekend incombe e noi abbiamo altro da fare che perder troppo tempo col “Nuovo Giacinto Facchetti“.
Abbiamo azzardato col paragone? Facile ironia? Ma il compianto Giacinto non lo abbiamo mica tirato in ballo noi! E no, il merito è tutto del “Pusher“, che ha fornito ad Andrea Ranocchia gli strumenti adatti per la perla del giorno. O “Le” perle, dovremmo ben dire. Perché quel tenerone di ranocchio non ci sta all’immagine di chierichetto con la fascia al braccio ed ha tutta l’intenzione di ripercorrere le mitiche gesta di Samuel e Materazzi, da cui ad oggi ha preso solo il numero di maglia. “A me frega la faccia, dovrei farmi crescere la barba e spaccare gambe a qualcuno per essere più duro…“. Un uscita da bomber assoluto, non c’è che dire. Il problema è che, anche per spaccare gambe, l’avversario devi almeno vederlo. Perché se un Holebas qualunque ti ridicolizza buttando la palla da un lato e correndo dall’altro, forse sarebbe meglio passare al sadomasochismo e lasciar perdere l’illusione di colpire “il nemico“. Andrea Ranocchia però è un testardo, perseverante e convinto di sé e dei suoi seguaci; perché nessuno lo dimentichi, lui ne è il Capitano! “Vogliamo arrivare in Champions, vincendo l’Europa League e tramite il Campionato. E’ la stessa cosa, ma possiamo uguale”. Intanto suggeriremmo di sorpassare il Sassuolo, poi col tempo (forse) verrà tutto il resto. “Oh Capitano mio Capitano” che mi combini.
Ma la colpa non è sua, non tutta almeno. Di solito non lo sveliamo, ma per oggi facciamo uno strappo alla regola. Volete sapere chi è il “Pusher” in questione? Il mentore, l’artefice, l’evangelista di turno? Ebbene sì, è proprio lui, Rain Man: l’uomo della pioggia. Ma no, no Dustin Hoffman: di più, molto di più. Ancora non avete capito? Peggio per voi, perché avreste potuto e dovuto imparare tanto da Lui. Che si può perdere per la pioggia, per un attacco di diarrea o per una partita messa in contemporanea con C’è Posta per te al sabato sera: con che stato d’animo volete che scendano in campo i giocatori?
Articolo pubblicato il 5 Dicembre 2014