Football
Roma, Zeman: “Fatica? Non siamo in vacanza alla Valtur”
BRUNICO, 7 LUGLIO – Non pone limiti alle ambizioni della sua Roma, Zdenek Zeman che, nel corso della conferenza stampa, affronta diversi temi: dalla possibile collocazione in campo di Totti alla preparazione fisica, senza tralasciare il mercato in entrata. Poi, il tecnico boemo lancia una frecciatina alla Juventus e ai suoi titoli…
PREPARAZIONE FISICA – Il boemo spiega l’importanza che ripone nel lavoro: “Il calcio è bello perché è vario -commenta il tecnico giallorosso- Per me la preparazione è la base per costruire il lavoro di tutto l’anno. Le partite durano 90-95 minuti, che puliti sono 55 minuti. Un giocatore bravo tiene palla tre minuti, gli altri 52 poi cosa fa? A stoppare la palla e a darle un calcio sono capaci tutti”.
TOTTI E’ SEMPRE TOTTI – Sul capitano della Roma: “L’ho visto crescere, è sempre Totti. Fisicamente magari non è più quello di una volta, ma è normale. Lo metterò dove ritengo possa essere più utile alla squadra”.
IL RITIRO A RISCONE E OSVALDO – Brillante, quasi geniale la risposta con la quale Zeman descrive i primi giorni di ritiro a Brunico: “Si fa tanta fatica? E’ normale, non siamo alla Valtour. C’è chi fa più fatica e chi ne fa di meno ma, ripeto, è una cosa normale in questo momento“, dice ancora il tecnico. “Stiamo facendo solo delle lunghe passeggiate nei boschi -prosegue- Voi dite che è lavoro duro ma per me ancora non è niente…”. Su Osvaldo: “Ad esempio -dice Zdenek- i test dimosrano che Osvaldo sta meglio rispetto ai tempi di Lecce”.
GLI OBIETTIVI – Zeman non si pone obiettivi ben precisi, vuole giocarsela sempre contro tutto e tutti: “Per me la cosa importante è competere, che vuol dire giocarsela con tutti, dalla Juve al Milan passando al Pescara. Quando inizia il campionato siamo tutti a zero punti e a zero gol fatti e segnati“.
ZEMAN VS JUVENTUS – In conclusione, il tecnico tiene il conto sugli scudetti vinti dalla Juventus: “Sono quelli che sono stati assegnati. Poi, se vedo qualche cosa che è stata scritta, ritengo che 28 sono già troppi“.
Michele Lestingi

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