Cinema
Cannes prima di Cannes: note sparse sul prossimo Festival

STORIA DI UN BACIO – “Dopo il rifiuto di New York, riportammo il film a Los Angeles. Nel frattempo erano arrivati i selezionatori del festival di una piccola città nel sud della Francia”. A parlare in intervista è il produttore de Il bacio della donna ragno di Hector Babenco, cult indipendente del 1985 in un primo tempo snobbato da molti distributori e in seguito premiato persino agli Oscar. Una pellicola entrata nella storia del cinema e in particolare in quella del Festival di Cannes. Una pellicola che regalò più di una soddisfazione all’attore William Hurt, all’epoca molto popolare. Che fu prodotta in modo anomalo da compagnie e privati statunitensi e brasiliani. Pensato in portoghese e girato in inglese. Voluto da pochi e osteggiato da molti. In quel frangente fu proprio Cannes a sbloccare la situazione, permettendo al film di fare il proprio giro.
CANNES E DINTORNI – Sì perché la nota kermesse europea è di grande richiamo per il mondo cinefilo. E in questa sede amiamo ricordare l’edizione del 1989 perché molto ha in comune con la prossima, quella che avrà inizio mercoledì. Al di là del presidente Wim Wenders (quest’anno nella sezione Un Certain Regard con un documentario franco-brasiliano), in giuria fu chiamato proprio il regista della Donna Ragno. In concorso Jarmusch e Spike Lee, Kusturica, Scola e Tornatore, Skolimowski.. Ma soprattutto Jane Campion, ora alla guida dei giurati. In qualche modo, velato e inesplicabile, due edizioni gemelle.
FACCIAMO IL PUNTO – Se il passato è solo una storia che ci raccontiamo, però, tutto questo ha un senso finché gli diamo un senso. Conta, piuttosto, ciò che vedremo alla manifestazione ormai alle porte. La gara promette bene, da Cronenberg ai Dardenne, da Egoyan a Leigh e Loach, all’opera seconda di Alice Rorwacher dopo lo splendido “Corpo Celeste”. E poi il ritorno del maestro: Jean-Luc Godard. Altrove gli attori prestati alla regia ovvero Mathieu Amalric, Asia Argento e Ryan Gosling. C’è persino John Boorman. E in apertura l’eterea butolinata Nicole Kidman in “Grace di Monaco”.
IL PUTO DI CHE? – Tutto questo per dire cosa? Niente. Non abbiamo niente da dire, ancora. Prima vogliamo vedere. Ma è sempre conturbante lasciarsi cullare dalla rete di una storia che è quella del cinema e di noi tutti. E se appare velleitario, si ricordi che bisogna avere il coraggio dei proprio vizi. Sempre.
Alessandro Amato
