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Mondiali 2014, le stelle dell’Olanda: Van Persie, Robben e Sneijder cercano la rivincita

L’Olanda, terra di grande tradizione calcistica e infiniti campioni. Il suo gioco ha ispirato allenatori di tutto il mondo che hanno cercato di riproporre il calcio totale olandese ha deliziato il mondo dai primi anni ’70. Nonostante una meraviglia dal punto di vista tattico, e una serie di fenomeni quali Cruijff e Van Basten, tra gli altri, gli Orange non hanno mai ottenuto i successi che forse avrebbero meritato. Nella storia dei Mondiali di calcio vantano il ruolo di eterni secondi, con tre finali raggiunte – 1974, 1978, 2010 – e perse. L’Europeo vinto nel 1988 è una piccola consolazione per una Nazionale che vanta un’ambizione calcistica di primissimo livello. Dopo un girone di Qualificazione ai Mondiali 2014 superato agevolmente e senza l’infortunato Kevin Strootman, capitano a soli 24 anni, i Tulipani cercheranno di replicare in Brasile ciò che di buono hanno fatto in Sudafrica nel 2010. Van Persie, Sneijder e Robben: le stelle saranno sempre loro, ma con 4 anni in più che potrebbero pesare rispetto al mondiale africano. A dirigere l’orchestra sarà Louis Van Gaal; il “sergente di ferro” ha vinto tutto a livello di club e con tutta probabilità sarà il prossimo tecnico del Manchester United.
TECNICA E DRIBBLING – Sulla trequarti Orange. Robben e Sneijder, che trascinarono letteralmente l’Olanda alla finale persa poi contro la Spagna. Le cose sono un po’ cambiate da allora: l’anno scorso Robben ha segnato il gol vittoria nel derby contro il Dortmund permettendo al Bayern Monaco di sollevare la quinta Coppa dei Campioni. L’esterno destro, tutto mancino, degli Orange cercherà di rendersi pericoloso con il suo prevedibile, ma imprendibile, dribling a rientrare, mentre Sneijder avrà il compito di ispirare la manovra d’attacco dell’Olanda per vie centrali. L’ex interista è passato in 4 anni dall’essere un serissimo candidato al Pallone d’Oro, al giocare nel campionato turco con la maglia del Galatasaray. La sua tecnica individuale sarà rimasta la stessa, ma il ritmo e il livello della Süper Lig turca sicuramente non l’hanno esaltata. Staremo a vedere se il palcoscenico mondiale gli darà nuova linfa vitale.
LA PUNTA DI DIAMANTE – Robin Van Persie è l’uomo che può fare davvero la differenza in questa Olanda. I Red Devils, con Sir Alex Ferguson ancora alla guida, vinsero nettamente la Premier League 2012-2013, proprio con Van Persie sugli scudi con 26 gol segnati e il titolo di capocannoniere. La sua carriera però è stata purtroppo ostacolata dai molti infortuni; ne sa qualcosa David Moyes che ha dovuto rinunciare a lui complessivamente per più di tre mesi. Al tecnico scozzese un Van Persie al top della condizione sarebbe stato utile per evitare l’esonero. Insieme a Klaas-Jan Huntelaar, vecchia conoscenza dei tifosi del Milan, – e probabilmente rimpianto – Van Persie costituisce la soluzione offensiva più temibile dell’attacco Orange, in grado di mettere al servizio di Van Gaal forza fisica, tecnica e senso del gol.
Jacopo Rosin (@JacopoRosin)
