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Cinema

Le avventure cinematografiche di Wes Anderson

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La famiglia Tenenbaum

La famiglia Tenenbaum

Anderson, Wesley Wales Anderson, nato a Houston il 1 maggio 1969. Magari ne avete sentito parlare qualche anno fa, quando il vostro amico, quello strano a cui piacciono da matti i film particolari e che il realismo non sa nemmeno cosa sia, è andato al cinema a vedere Le avventure acquatiche di Steve Zissou o Moonrise Kingdom ed è tornato a casa estasiato. O forse, settimana scorsa, passando davanti al cinema della vostra città, vi è caduto lo sguardo su quella locandina rappresentante una struttura alberghiera gigante, tutta rosa, sormontata dalla scritta: The Grand Budapest Hotel. O forse ancora, un giorno, su youtube vi siete messi ad ascoltare le canzoni de I Cani e a un certo punto le casse del pc hanno iniziato a sputar fuori un motivetto orecchiabile che diceva: «Vorrei vivere in un film di Wes Anderson» e allora vi siete chiesti: «Wes chi?».

I CANI CHI?- Un passo indietro. I Cani si definiscono «l’ennesimo gruppo pop romano». Perché stiamo tirando in ballo una pop band italiana mentre parliamo di cinema americano? Perché siamo nel 2014 e la cultura ha la malleabilità dell’argilla e muta forma con la facilità con la quale noi cambiamo i jeans. E allora perché non indagare il fascino del cinema d’oltreoceano attraverso  le note divertite dei nostri ragazzi romani? Perché non cercare di capire attraverso la musica, che è il mezzo artistico e comunicativo di più facile fruizione e più rapidamente divulgabile, cosa resta dei film di Wes Anderson?

I PERSONAGGI- «Vorrei vivere in un film di Wes Anderson, vederti in ralenty quando scendi dal treno./ Coi personaggi dei film di Wes Anderson: idiosincratici, più simpatici di me./E i cattivi non sono cattivi davvero. E i nemici non sono nemici davvero. Ma anche i buoni non sono buoni davvero». Uno dei punti forti dei film del nostro Wes è indubbiamente la caratterizzazione dei personaggi. Ognuno di essi, anche la semplice comparsa, rimane impresso perché fortemente caratterizzato: inciso nella mente dello spettatore in quelli che diventeranno i suoi colori, la sua posa, la sua espressione. Ma questi sono i veri personaggi, anche i sei che ci raccontava Pirandello: fissati nel sempre eterno della memoria e dell’immaginazione. Così è lì, nitida e indelebile, Margot Tenenbaum (Gwyneth Paltrow) l’immagine in rallenty che scende dal bus impellicciata e con gli occhiali da sole, che si dirige verso il suo amato fratello adottivo, ex-campione di tennis, Richie (Luke Wilson). Così, per sempre, Sam (Jared Gilman, in Moonrise Kingdom) sarà l’amore puerile e il vestito da boy scout. Non appare mai, all’interno del suo liberissimo schema registico, una distinzione netta tra buoni e cattivi. O, nel peggiore dei casi, “il cattivo” suscita in noi una grande simpatia, come accade nell’ultima fatica del regista con Willem Dafoe (Grand Budapest Hotel). Ed ecco che fantasia e realismo si mescolano: la prima nella pregnanza dei segni distintivi dei personaggi, la seconda nell’impossibilità di etichettarli come buoni/cattivi. Esistono davvero i buoni e i cattivi nella vita reale?

INQUADRATURE E COLONNA SONORA- «Vorrei vivere in un film di Wes Anderson: inquadrature simmetriche e poi partono i Kinks» prosegue la canzone. Eccoci qui, i film del nostro bizzarro regista si dividono in quadri creati attraverso inquadrature perfettamente simmetriche che sono una delizia anche per gli occhi meno esperti. Per accompagnare questa simmetria, Wes sceglie sempre canzoni “asimmetriche” e allegre, vitali, che ti rimangono nelle orecchie. E allora ricordiamo le note dei Velvet Undergroud, Nico, David Bowie, per dirne alcuni.

NOI NEI FILM DI WES ANDERSON- «Vorrei l’amore dei film di Wes Anderson, tutto tenerezza e finali agrodolci./E i cattivi non sono cattivi davvero. E i fratelli non sono nemici davvero./ Ma anche i buoni non sono buoni davvero, proprio come me e te». Ebbene sì, i film di Wes Anderson sono tutto fuorché realistici: nulla della sua tecnica perfetta ci rimanda alla vita reale, eppure… Eppure i nostri Cani ci ripetono, ad ogni ritornello, che i suoi personaggi sono come noi, proprio come me e te. Guardando le sue commedie spassosissime ci sembra sempre di sentire quella punta di amarezza che fa parte del vivere reale. Quell’agrodolce di cui parla la canzone, altro non è che la presa di coscienza dell’inestricabile groviglio di dolcezza e amarezza che fanno parte della vita di tutti noi. E, ora, spero avrete almeno una vaghissima idea di chi sia, Wes Anderson: è quello che fa i film assurdi nei quali vorremmo vivere e che parlano comunque di me e te.

Elisa Belotti

 

 

 

"Se il mio dottore mi dicesse che mi rimangono solo sei minuti da vivere, non ci rimuginerei sopra. Batterei a macchina un po' più veloce". Vorrei potervi dire che è mia, ma mentirei. La prendo in prestito da un sognatore ebbro di fantasia, di qualche mondo fa. E poi c'è il cinema: l'eternità che ti scorre davanti agli occhi, in una fascia luminosa che rompe il buio. Di questo abbiamo da parlare.

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