Arte&Cultura
Addio Gabo

Gabriel García Márquez – Scrittore e giornalista colombiano, vincitore del Premio Nobel della letteratura nel 1982. Nelle sue opere, velate da una sottile ironia e tendenti all’allegoria e all’analessi, ritroviamo un abile miscuglio di fantasia e realtà. Tra i suoi romanzi ricordiamo Cent’anni di solitudine, L’autunno del patriarca, Cronaca di una morte annunciata, L’amore ai tempi del colera.
REALISMO MAGICO – Márquez è ricordato come uno dei padri del realismo magico letterario, grazie al romanzo Cent’anni di solitudine, insieme ad altri autori quali Jorge Luis Borges e Dino Buzzati. Il realismo magico, il termine è astruso, come il concetto che si vuole esprimere nasce in realtà per designare innanzitutto una tipologia di arte pittorica. Il termine venne utilizzato per la prima volta nel 1925 da Franz Roh e disse bene Alfred Bar nel 1943, direttore del Museum of Modern Art di New York, che ne diede un esauriente definizione: “il termine Realismo Magico talvolta si riferisce all’opera di pittori che servendosi di una perfetta tecnica realistica cercano rendere plausibili e convincenti le loro visioni improbabili, oniriche o fantastiche”. Dato che tutte le arti si richiamano tra loro, il termine passò a designare anche un particolar tipo di letteratura il cui elemento chiave era dato dalla presenza di un elemento magico o inspiegabile.
L’ULTIMO SALUTO – Se ne va oggi un grande della letteratura, uno di quegli autori contemporanei più vicini alla nostra epoca ma paradossalmente poco presenti nei programmi scolastici che danno pieno risalto, a torto, ad autori di epoche remote. E lo salutiamo forse nel modo in cui vorrebbe essere ricordato uno scrittore, riportando una sua stessa citazione: “Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri”.
Erika Aleksandra Provenzano
