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Affido ai servizi sociali per Berlusconi

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Silvio Berlusconi affidato ai servizi sociali
Marcello Dell'Utri latitante in Libano.

Marcello Dell’Utri latitante in Libano.

Affido provvisorio ai servizi sociali, questa la condanna decisa dal Tribunale di sorveglianza di Milano per Silvio Berlusconi. Sconterà la condanna di 10 mesi e mezzo, al netto del condono (4 anni in tutto di cui 3 condonati), per il processo Mediaset presso la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone, una struttura ospedalizzata per anziani. Non, dunque, dove  avrebbe voluto lui, cioè presso una onlus da costruire a Macherio e di proprietà della famiglia per “motivare disabili fisici e psichici”, bensì presso una struttura “istituzionale” decisa dallo stesso tribunale. E’ stato concesso l’affido ai servizi sociali, poiché è “Scemata la pericolosità sociale di Silvio Berlusconi che mostra la volontà di riabilitarsi”, questa la motivazione utilizzata dai giudici. L’impegno previsto è “di almeno una volta alla settimana e per un tempo non inferiore a quattro ore consecutive, secondo le modalità che verranno concordate con l’Uepe”.

ASSICURATA L’AGIBILITA’ POLITICA A UN MESE DALLE EUROPEE- Potrà condurre la campagna elettorale per le europee e pensare alla composizione delle liste, ancora incomplete .Con questa condanna, infatti, Berlusconi potrà recarsi a Roma senza restrizioni quando vorrà “dal martedì al giovedì, con rientro al suo domicilio in Lombardia entro le 23 del giovedì stesso”. Per andare altrove dovrà chiedere il permesso ai funzionari dell’Uepe con cui d’ora in poi dovrà rapportarsi; dovrà osservare con scrupolo gli orari di entrata e uscita dalla sua residenza, fissata a Villa San Martino ad Arcore e non potrà frequentare tossicodipendenti e pregiudicati.

NON PUO’ FREQUENTARE PREGIUDICATI- Questa forse la restrizione più ardua per Berlusconi, dati i suoi innumerevoli rapporti con personaggi non proprio “raccomandabili” per la sua riabilitazione sociale. Berlusconi non potrà frequentare pregiudicati, pena il ritiro dell’affido ai servizi sociali, per finire agli arresti domiciliari. Tra i soggetti non frequentabili:  Marcello Dell’Utri, il fondatore di Forza Italia, il latitante arrestato lunedì mattina in Libano e in attesa in Italia della sentenza della Corte di Cassazione per concorso esterno a Cosa Nostra. Al momento è ancora in stato d’arresto a Beirut, si attende l’estradizione. Nella lista rientra anche Cesare Previti, condannato nel processo Imi-Sir e in quello sul Lodo Mondadori, oltre ad essere interdetto dai pubblici uffici in perpetuo. Anche Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, non potrà visitare Berlusconi per una vecchia condanna per resistenza a pubblico ufficiale. Nessun incontro possibile per i prossimi mesi neanche con Grillo, condannato per omicidio colposo nel 1985 e con Umberto Bossi, che detiene due condanne definitive per corruzione e istigazione a delinquere. Stessa sorte anche per Giuseppe Ciarrapico, con 4 condanne definitive tra cui quella del 1996 per bancarotta fraudolenta nel processo del crack del Banco Ambrosiano.

Il leader di Forza Italia,  sulla scena politica da oltre vent’anni, un imprenditore di rilievo, ora  “assistente” di anziani. E’ la fine di Berlusconi? Oppure segno che la  fine politica dell’ex Cavaliere è ancora lontana?

Enza Maugeri

 

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