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Il Veneto come la Crimea, ma per i quotidiani italiani “il fatto non sussiste”
Pubblicato
7 anni fa|
Editor
Enrico Steidler
“Il referendum virtuale per l’indipendenza del Veneto ha superato quota 2,3 milioni di voti, pari al 73% del corpo elettorale. Secondo i dati diffusi a Televideo da Plebiscito.eu, movimento venetista che ha promosso la votazione, i SI sono stati quasi 2 milioni 103 mila pari al 89%, i NO poco più di 257 mila, il 10,9%. La consultazione è stata fatta in rete, attraverso schede raccolte nei gazebo e voti telefonici e non ha alcun valore formale”. A prescindere da qualsiasi opinione sull’argomento, e al di là di ogni valutazione sul valore non solo formale di una simile consultazione, la notizia riportata da Televideo a pagina 126 (ma non in prima…) ha rilievo storico: non capita tutti i giorni, infatti, che una regione italiana – e importante come il Veneto, oltretutto – manifesti in modo così significativo il desiderio di sottrarsi al fatale abbraccio del “peggiore mostro burocratico del mondo occidentale”, e tuttavia i maggiori quotidiani del Belpaese sembrano vivere sul pianeta delle veline, quel mondo nebbioso e pieno di sabbia a mille anni luce da qualsiasi ideale.

Manifestazione per l’indipendenza del Veneto
CATALOGNA SI’, SCOZIA SI’, FIANDRE SI’ – E il Veneto? No, meglio di no…Diamo un’occhiata sul web: il Corriere della Sera tratta l’esito del referendum-plebiscito come una notizia di media importanza, Repubblica lo imbosca fra “Scuola per i caschi blu? E’ sulle rive del Po” e “Firenze, anziano uccide la moglie malata”, mentre l’Unità, la Stampa, il Messaggero, il Manifesto, Quotidiano Nazionale, Avvenire e il Foglio fanno finta di nulla e lo ignorano completamente. Solo il Tempo (“Dopo il Veneto la Sardegna. Crescono le piccole «Crimee» d’Italia”), Libero (“REFERENDUM-PLEBISCITO IN VENETO “Basta Roma”: l’89% vuole la secessione”) e il Giornale (bellissimo l’approfondimento di Carlo Lottieri “Tanta voglia d’indipendenza”) mettono la notizia in evidenza e salvano la faccia. Per la cronaca, ecco il comunicato emesso da Plebiscito.eu: “Tutto il Veneto e anche gran parte d’Italia ci sta sostenendo. Anche dalle altre regioni sta emergendo la consapevolezza che la strada del diritto di autodeterminazione che in Veneto sta trionfando è l’unica soluzione per liberarsi dal peggiore mostro burocratico del mondo occidentale. La bestia sanguinolenta dello Stato italiano è odiata da tutti i suoi sudditi in ogni dove. Metteremo a disposizione” – prosegue la nota degli indipendentisti – “la piattaforma di voto digitale e il know-how strategico acquisito anche a tutte le altre regioni che la vorranno utilizzare, per realizzare referendum di indipendenza delle proprie regioni, attraverso l’indizione da parte di comitati referendari apartitici e trasversali che dovessero nascere. La rivoluzione digitale è in atto e nessuno la può fermare, perchè la volontà del Popolo è legge”.
SOLO UNO SU TREDICI CE LA FA – Se poi guardiamo alla versione su carta degli stessi quotidiani il panorama si fa ancora più deprimente, e solo il Giornale considera il referendum del Veneto (iniziato il 16 marzo e conclusosi ieri) per quello che è, la top news. Ecco la breve rassegna stampa di oggi (NB: i giornali che ignorano del tutto la notizia sono indicati in rosso):
1) – Corriere della Sera: sul quotidiano che fu di Indro Montanelli dominano la foto di don Ciotti e il Papa che si tengono per mano e il forte richiamo di quest’ultimo: “Mafiosi, lo chiedo in ginocchio: convertitevi o finirete all’inferno”. Alla regione più visitata d’Italia è dedicato solo un trafiletto dal titolo quasi canzonatorio: “Il Veneto senza leader che si sogna indipendente”.
2) – La Repubblica: stessa identica foto del Corriere a centro pagina (“Mafiosi convertitevi o sarà l’inferno”), ma il vero protagonista è il Leader laico: “Europa, Confindustria contro Renzi”.
3) – La Stampa: mega-foto in evidenza del Santo Padre (con tanto di folla implorante), ma l’attenzione è tutta sui penosi capricci di chi è abituato a ingrassare a spese dei contribuenti: “Tagli, supermanager in rivolta. Moretti, ad di Ferrovie: se mi riducono lo stipendio vado all’estero”.
4) – Il Messaggero: il quotidiano di Roma confina il Papa in un trafiletto a fondo pagina e apre come la Stampa: “Manager di stato, lite sui tagli”.
5) – Il Tempo: come sopra, più di sopra. L’altro giornale della città eterna ignora completamente Bergoglio e dedica l’apertura al capo del governo: “Renzi taglia il commissario tagliatutto”.
6) – Libero: occhi – e dito accusatore – puntati sul presidente del consiglio e “la vicenda dell’attico pagato da altri” (“Le bischerate di Renzi”), ma subito sotto ecco un richiamo dal titolo quanto mai incisivo: “Primo avvertimento: il Veneto se ne va”.
7) – L’Unità: il quotidiano fondato da Antonio Gramsci apre con un cubitale “I Manager che si credono poveri” che sovrasta una maxi-foto del Santo Padre (!) (il “Papa ai mafiosi: finirete all’inferno”). Anche per L’Unità, quindi, il Veneto è solo un’espressione geografica.
8) – Il Manifesto: consueto (bel) titolo da ultrà delle Procure (“Milano da mangiare”), con riferimento agli “arresti eccellenti per gli appalti nei cantieri dell’Expo”, e primo trafiletto dedicato a don Ciotti (e non a Bergoglio): “Ciotti al Papa: anche la Chiesa ha colpe”.
9) – Quotidiano Nazionale: “Tagli ai manager di stato” e gigantografia della First Lady Michelle Obama che gioca a ping pong con i cinesi (“Come ai tempi di Mao, il gioco del ping pong nei rapporti tra Usa e Cina”).
10) – Il Foglio: tante notizie, solita veste editoriale che lo rende così simile al nordcoreano Rodong Sinmun (organo del Partito dei Lavoratori) e identico cover-up.
11) – La Padania: mega-foto dedicata ai “Clandestini a quattro stelle: ondata di 360 immigrati trasferiti in hotel di 9 province lombarde senza che la Regione venisse neppure informata”, ma grande spazio anche al “(mal) essere veneto: perché siamo incompatibili col sistema”.
12) – Avvenire: Papa Superstar, ovviamente (“Mafiosi pentitevi, vi attende l’inferno”); poi, come su tutti gli altri giornali o quasi, c’è tanta Ucraina, tanta Lombardia (Expo e dintorni), tanta Turchia (Erdogan e la chiusura di Twitter) ma Veneto…zero.
13) – Il Giornale: ebbene sì, quello diretto da Alessandro Sallusti è l’unico quotidiano a trattare come si deve la notizia del giorno (“Il Veneto vota la secessione”), e a metterla – udite udite – ancora più in risalto rispetto al volto sorridente del Santo Leader (“Berlusconi può riprendersi il Paese”)…
Insomma, sui maggiori giornali italiani la notizia della Catalogna di casa nostra viene quasi oscurata da Renzi e i suoi guai (vedi alle voci “attico” e “Confindustria”), dai manager affamati in rivolta e dalla supplica-anatema di Papa Bergoglio; persino sulla Padania la solita battaglia dal sapore vagamente xenofobo sembra essere più importante del referendum per l’indipendenza del Veneto. E poi chiediamoci perché perdiamo i lettori…
Enrico Steidler
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