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Focus Fiorentina: Neto dopo tre anni ha conquistato la viola
Pubblicato
7 anni fa|
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Davide Luciani
Dalla polvere agli altari dopo due anni di panchina e sei mesi d’inferno. E’ questa la storia di Norberto Murara Neto, passato da sciagura della Fiorentina a eroe di Coppa Italia. Contro l’Udinese sono state le parate del portiere brasiliano a salvare la qualificazione della Fiorentina alla finale di Coppa Italia. Il pubblico viola lo ha capito e, a fine partita, ha tributato al portiere un lungo applauso per manifestargli la sua riconoscenza. Forse è lì che Neto ha capito di avercela fatta, di aver finalmente conquistato la fiducia del popolo viola che, in tema di portieri, è sempre stata di bocca buona e che, sul portiere brasiliano aveva sempre nutrito più di un dubbio.
L’ARRIVO A FIRENZE – Neto arriva in viola nel gennaio del 2011, a 21 anni. L’allora ds Corvino lo acquista a titolo definitivo per 3 milioni di euro, dall’Atletico Paranaesense. Il portiere arriva a Firenze con le stimmate del predestinato. Titolare per un anno nelle fila dell’Atletico Paranaenese e convocato già nel 2010 dall’allora ct verdeoro Mano Menezes in nazionale, il brasiliano sembra avere la strada spianata. I primi sei mesi a Firenze, sono però, di apprendistato, dato che, a difendere i pali viola, ci sono Frey e Boruc. Neto è quindi costretto a fare parecchia tribuna in attesa della sua occasione. La stagione successiva, non va, però meglio. Il brasiliano diventa il secondo della squadra per la partenza di Frey, ma si trova ancora la porta sbarrata dalla promozione di Boruc a titolare. Il ragazzo mastica amaro e si deve accontentare di racimolare 4 presenze (due in coppa Italia e 2 in campionato) in tutto.
L’OCCASIONE SCIUPATA – Nella stagione 2012/2013 parte anche Boruc e Neto crede sia arrivato il suo momento. Non è così, perché la Fiorentina ingaggia Viviano, il portiere tifosissimo dei viola. Sembra proprio che per Neto non ci sia spazio e, infatti, si inizia a mormorare di una possibile cessione del brasiliano che, stufo di fare panchina, chiede di poter giocare. Alla fine, però, il ragazzo rimane a Firenze. Le indecisioni di Viviano, nella prima parte di stagione, gli danno le opportunità di giocarsi le sue chanche. Per sei partite, dal 16 dicembre 2012 al 16 gennaio 2013, Neto difende da titolare i pali della Fiorentina, ma, dopo un promettente avvio, contro Udinese e Roma, mostra tutti i suoi limiti , finendo anche espulso contro i giallorossi. Viviano quindi, torna titolare, e Neto si riaccomoda in panchina.
CALDA ESTATE E GELIDO INVERNO – Nel calciomercato estivo di quest’anno, si rinnova il problema portiere. Viviano, infatti, non viene riscattato dal Palermo e la Fiorentina sembra a caccia di un nuovo portiere. Pradè e Macìa ingaggiano Munùa come secondo e sondano la disponibilità di Julio Cesar e, in alternativa di Agazzi, a trasferirsi in Toscano. Neto, dopo due anni e mezzo, sembra ai saluti. Interviene però Montella, deciso a dare una chanche al ragazzo come titolare e bloccando, di fatto. Tutte le altre trattative. Il debutto di Nato come nuovo portiere titolare della Fiorentina, è però da incubo. Contro il Grasshopers, nei preliminari di Europa League, una sua papera clamorosa per poco non costa l’eliminazione alla Fiorentina. Non va meglio in campionato, dove, sib dimostra incerto in parecchie occasioni, a cominciare dalla sfida di San Siro contro l’Inter, dove, due sue uscite a vuoto, costano la sconfitta agli uomini di Montella.
LA DIFESA – Il tecnico però , insiste e, mentre i tifosi pregano che gennaio arrivi in fretta e porti in dote un nuovo portiere, Neto continua a giocare con la fiducia di staff tecnico e compagni di squadra. Tutti giurano che sia fortissimo e che, presto dimostrerà il suo valore. Effettivamente, a forza di sentire la stima di tutti, i miglioramenti iniziano a intravedersi e due giorni fa, Neto ha finalmente mostrato tutto il suo valore. Ora che il ragazzo ha finalmente acquisito fiducia nei propri mezzi, bisogna dire che Montella aveva ragione. Quella di Neto è l’ennesimo “miracolo” del tecnico viola. Ora però viene il difficile: il brasiliano deve confermarsi sui livelli messi in mostra nelle ultime partite. Solo facendo così, cancellerà del tutto i dubbi che ancora lo asvvolgono.
Davide Luciani
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