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Mondiali 2014, Ecuador: gli andini alla caccia degli ottavi. Storia e rosa della Tricolor

La prima tappa del viaggio alla scoperta delle 32 protagoniste di Brasile 2014 ci porta in Ecuador.
LA TRICOLOR MONDIALE – I sudamericani si sono qualificati per la terza volta nelle ultime 4 edizioni del Mondiale. Dall’inizio del millennio ad oggi la Tricolor ha fallito l’appuntamento con la rassegna iridata solo nel 2010. In una storia molto recente ad alto livello, gli uomini oggi allenati da Reinaldo Rueda sono già riusciti a raggiungere diversi risultati importanti, anche se la loro qualificazione ha sollevato un vespaio di polemiche. Motivo delle critiche, i 2850 metri sul livello del mare della capitale Quito, sede delle partite interne dell’Ecuador. In casa la Tricolor ha conquistato ben 19 dei 25 punti che le hanno permesso di guadagnare la qualificazione per il Brasile, contro squadre in difficoltà a causa dell’aria rarefatta dall’altitudine più che per il gioco dei gialloblu. Al Mondiale, l’Ecuador è inserito nel Girone E, dove avrà buone possibilità di superare il turno. Insieme agli andini il raggruppamento prevede la Francia, la Svizzera e l’Honduras. Dando per scontata la prima posizione dei transalpini, anche se nella rassegna iridata le sorprese sono sempre dietro l’angolo, la squadra di Rueda dovrebbe verosimilmente giocarsi gli ottavi con gli elvetici.
LA STORIA – Fino agli anni ’90 la storia dell’Ecuador non ha offerto grandi picchi e risultati. Nel 1966 gli ecuadoregni sfiorarono la qualificazione al Mondiale inglese, ma nello spareggio col Cile persero 2 a 1. A Quito e dintorni dovettero aspettare quasi altri 30 anni prima di ritrovare una nazionale competitiva. Il quarto posto all’edizione 1993 della Copa America fu il preludio all’esplosione della generazione d’oro della storia ecuadoregna. Nel 1996 la Tricolor tornò ad un passo dalla qualificazione, arrivando a soli 4 punti dall’ultima piazza utile per volare a Francia 1998. I tempi ormai erano maturi per il grande passo, nel successivo quadriennio il ct colombiano Hernan Dario Gomez riuscì a costruire una squadra di altissimo livello, impreziosita da ottimi giocatori come Aguinaga, De la Cruz, Kaviedes – visto in Italia con la maglia del Perugia – e, soprattutto, Agustin Delgado. Quest’ultimo fu capocannoniere – alla pari con l’argentino Crespo – del girone di qualificazione che promosse finalmente la Tricolor alla fase finale di Corea/Giappone 2002. In Asia le cose non andarono benissimo per l’Ecuador, sconfitto al debutto dall’Italia di Bobo Vieri e, nella successiva partita, dal Messico. Inutile la vittoria finale con la Croazia. Andò meglio a Germania 2006, dove la nazionale allenata da Suarez riuscì ad arrivare fino agli ottavi di finale, eliminando sulla propria strada Polonia e Costa Rica, prima di arrendersi all’Inghilterra. Il calo della generazione d’oro portò al fallimento della qualificazione a Sudafrica 2010, ma la nuova nazionale di Rueda è pronta a scrivere un’altra pagina vincente.
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LA ROSA – La stella dell’Ecuador attuale è senza dubbio il capitano Antonio Valencia, esterno d’attacco del Manchester United. Il Red Devil è anche il giocatore con più esperienza internazionale, in una squadra formata per la maggior parte da giocatori del campionato locale. Insieme a lui assicureranno esperienza i “navigati” Walter Ayovì – difensore del Pachuca (Mex)- e Edison Mendez, 107 presenze in Tricolor e già presente nel 2002. In porta ballottaggio tra Banguera – favorito – e Dominguez, mentre i giochi in difesa sembrano già fatti, insieme ad Ayovì sicuri Paredes, Guaga ed Erazo. Chiavi del centrocampo affidate al “russo” – Dinamo Mosca – Noboa, mentre sulle fasce agiranno i già citati Mendez e Valencia, con Castillo prima alternativa. Potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa Renato Ibarra, 23enne centrocampista del Vitesse rivelazione dell’Eredivisie. Davanti i gol dovrebbe assicurarli il giocatore della Lokomotiv Mosca Felipe Caicedo, fino ad ora il suo score in nazionale recita 14 centri in 44 incontri, media di 1 ogni 3 partite. Per accompagnarlo in attacco testa a testa tra Montero e l’altro Ayovì, Jaime, cugino di Walter.
Simone Viscardi
