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Tevez alla Juve, un capolavoro: tifosi ai piedi di Marotta e Paratici
Pubblicato
8 anni fa|
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Vincenzo Galdieri
E’ tutto vero, stavolta non ci saranno smentite di sorta o promesse non rispettate. Stavolta non ci sarà il Psg o il Chelsea di turno che in quattro e quattr’otto pagherà un pacco di soldi sottraendo l’oggetto del desiderio. Stavolta, la Juventus, il top player se l’è comprato sul serio. Aguero, Cavani, Van Persie, Drogba e soci gridavano vendetta: basta con le uscite a vuoto, basta con i colpi saltati all’ultimo minuto, basta con le chiacchiere. I tifosi bianconeri si stropicciano gli occhi e si domandano: ma è successo veramente? E’ successo, eccome. Ed il merito – oltre che al grande regista Antonio Conte – va ascritto a due dirigenti che troppo spesso sono stati immotivatamente bistrattati da una frangia di popolo bianconero. Marotta e Paratici hanno fatto un capolavoro, in tutti i sensi. Ed a dirla tutta, non è nemmeno il primo. Con l’affare Tevez però sono arrivati alla loro definitiva consacrazione come dirigenti: ed anche chi mezz’ora prima li criticava adesso è ai loro piedi.
SCACCO MATTO IN QUATTRO MOSSE – Ecco, Tevez è la ciliegina sulla torta. Non soltanto per la Juventus, ma anche per M&P – che sta per Marotta&Paratici – i quali relizzano di fatto il colpo più importante della loro intera carriera. Come un gol da cineteca. E la conduzione della trattativa dovrebbe trovare un posto d’onore nel manuale del grande dirigente. Perchè i trucchi del mestiere li hanno messi in pratica tutti. Prima il depistaggio: parole forti su Higuain, mai realmente trattato. Bisognava distogliere l’attenzione in qualche modo. Poi, il lavoro certosino sul giocatore. E questa è stata forse la parte più straordinaria. Perchè convincere uno che guadagna più di 10 milioni all’anno ad accettarne meno della metà non è un lavoro facile come qualcuno potrebbe pensare. Specialmente se quel qualcuno si chiama Tevez, giocatore di livello mondiale e notoriamente abbastanza esoso. Dal manuale del grande dirigente M&P hanno poi estratto un’altra perla. Il miglior dirigente italiano, tale Adriano Galliani, aveva deciso di inserirsi con veemenza nell’affare. Ma loro l’hanno frenato: con l’intelligenza e non con la forza. Gli hanno proposto un gentleman’s agreement, con l’ad rossonero che qualora lo volesse potrebbe prendere Matri ad un prezzo accessibile. Cosi la golden couple bianconera è riuscita ad ottenere il via libera. Per concludere, l’acuto finale col Manchester City: chiedevano 20 milioni, grazie al lavoro di M&P ne avranno 9 più bonus per arrivare a 12. Scacco matto in quattro mosse. Uno spettacolo.
LA SESTA MERAVIGLIA DI M&P – Ma parliamoci chiaro, Tevez non è mica il primo capolavoro di mercato che M&P hanno regalato ai propri tifosi. Carlitos l’Apache rappresenta la sesta meraviglia. Senza nulla togliere a tutti gli altri acquisti, generalmente pagati il giusto a partire dal secondo anno di gestione, i predecessori del funambolo argentino sono sostanzialmente cinque. Il primo è Andrea Barzagli, ad oggi uno dei migliori centrali al mondo: preso dal Wolfsburg per 300 mila euro. Poi Andrea Pirlo, un affare magistrale. Zero euro per il cartellino del miglior regista al mondo assieme a Xavi. Il Milan non ci credeva più, Il gatto e la volpe non si sono fatti pregare. Quindi Arturo Vidal, preso per poco più di 10 milioni. Oggi è uno dei migliori centrocampisti al mondo e ne vale 45, anche se la Juve per 45 non lo vende mica: chiedere al Bayern per conferma. A seguire, Paul Pogba. Talento cristallino e fisico da corazziere, anche lui arrivato gratis dal Manchester United. Mezzo mondo farebbe follie per averlo. Infine, Fernando Llorente. L’anno scorso il Bilbao chiedeva 30 milioni, la Juventus ha preso anche lui a costo zero. In molti lo sottovalutano, ma Madama ha superato la concorrenza di squadre come City e Real per averlo. In Spagna si sorprendevano addirittura del fatto che la Juventus cercasse un nuovo campione: “Ma come, hanno preso Llorente a parametro zero ed adesso ne vogliono pure un altro?”. Si, Fabio e Beppe – che non sono gli omonimi Caressa e Bergomi – ne volevano pure un altro. E l’hanno preso. Si chiama Carlos Tevez e di mestiere fa il top player. Calate il sipario, la maledizione è finita…
Vincenzo Galdieri
Twitter: @Vince_Galdieri
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