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Roland Garros: Nadal imperiale, delusione Errani-Vinci

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Nadal, The King
Un immagine delle Cichis, in posa per l'onorevole secondo posto. Le otto meraviglie di Nadal

Un immagine delle Cichis, in posa per l’onorevole secondo posto ottenuto dopo la vittoria della scorsa edizione.

Giornata conclusiva al Roland Garros, dopo il titolo femminile assegnato sabato pomeriggio come di tradizione, tutti gli occhi erano puntati sul derby iberico tra Rafa Nadal e David Ferrer nella finale maschile ATP, e per gli italiani, alla finale di doppio tra le nostre Sara Errani e Roberta Vinci che se la dovevano vedere contro il duo russo Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina, numero 4 del seeding.

L’OTTAVA MERAVIGLIA –  La domanda del tifoso presente allo stadio e seduto sul divano era la seguente: al Philippe Chatrier quanto durerà l’avversario di Nadal? Riuscirà a mettergli i bastoni tra le ruote rendendolo un match appassionante, oppure sarà l’ennesima vittima sacrificale sulla terra rossa del maiorchino? Lo sport non è una scienza esatta, non sempre vince il più forte, ma nella storia pluricentenaria di questa disciplina una superiorità così netta non si era mai vista. Ferrer, povero comune mortale, ce l’ha messa proprio tutta per insidiare il trono di Nadal, e le premesse da cui partiva erano anche sostanzialmente molto buone (non aveva ancora perso un set, nel circuito è conosciuto per sfiancare letteralmente gli avversari e si presentava per la prima volta ad un appuntamento così importante), le coincidenze insomma c’erano tutte. Ma di fronte si è trovato il suo connazionale che su questa superficie, da ieri, è divenuto il tennista più forte di sempre, il re indiscusso senza se e senza ma.

Con otto successi in nove partecipazioni lo rendono l’atleta che ha vinto di più in un Grande Slam (nemmeno gente come Federer, Sampras, Borg o McEnroe ci sono riusciti), annichilendo il suo avversario con un perentorio 6-3 6-2 6-3 portando a venti le vittorie nei confronti diretti su ventiquattro incontri. L’unico sussulto di un pomeriggio a senso unico si è vissuto quando Ferru era in vantaggio di tre giochi a due, unico perché poi Nadal ha infilato sette game vinti di fila, che hanno azzerato le speranze del suo rivale. Ha fatto da spettatore non pagante, travolto da un tornado nella sua massima potenza come accaduto agli altri giocatori, come a Novak Djokovic in semifinale. Per il valenciano rimane comunque un grandissimo risultato, essere arrivato in finale è un onore e un invito a continuare per questa strada per giocarsela con i migliori. Unica nota stonata dell’incontro il contestatore del Presidente francese Hollande che, con un fumogeno, ha creato una situazione di panico e pericolo fortunatamente spenta quasi subito.

LE CICHIS VANNO IN BIANCO – Enorme dispiacere e delusione invece per l’altra finale che si è disputata nella giornata di ieri, con il nostro duo sconfitto da quello russo non riuscendo un goloso bis in cui molti avevano sperato. In un ora e trentotto minuti, la Makarova e la Vesnina hanno sconfitto le due azzurre per il punteggio di 7-5 6-2 conquistando così il loro primo successo nel torneo di Parigi. Incontro combattuto solo nel primo set, ma ad essere sotto tono era la bolognese, che dopo le fatiche nel singolo, si è vista senza energie e priva di iniziativa. La terra rossa nel 2013 non ha detto benissimo, dopo la finale di Roma è arrivata una nuova battuta d’arresto, ma se dobbiamo vedere il bicchiere mezzo pieno, oltre al mantenimento della prima posizione nel doppio, in condizioni ottimali la coppia Errani/Vinci rimane comunque la più forte di tutto il circuito femminile. E questo, per noi italiani, sarà sempre motivo di grande orgoglio.

Mirko Di Natale

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