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Calciomercato Inter: il risveglio del Biscione, Modric e Paulinho per dimenticare Balotelli

MILANO, 30 GENNAIO – Gli ultimi giorni di mercato accendono l’entusiasmo e la frenesia di tutto il mondo del calcio, dai tifosi agli stessi dirigenti delle società sportive, pronti a piazzare le ultime zampate pressati dalla fretta – in pieno stile italiano – del dover fare tutto all’ultimo momento, nonostante un intero mese a disposizione per chiudere trattative. Ma si sa, nel calciomercato funziona così: tra una presa di parte attendista e l’altra quasi sin troppo orgogliosa per poter rilanciare, alla fine il logico accordo a metà strada si trova sempre all’ultimo, quando la necessità da una parte di far cassa e dall’altra di riempire un vuoto in rosa porta ad una convenzione, ad un accordo finale tra due club. Questa appena descritta sembra proprio la storia, incrociata ma così distinta, dei due club milanesi, alle prese con gli ultimi, clamorosi accordi prima della fine del mercato invernale, prevista per domani: Inter e Milan lavorano freneticamente per completare le proprie rose. Ma paradossalmente, nonostante le due società lavorino per giocatori e trattative diverse, le mosse, il destino di una squadra sembra completamente dipendere dall’altra.
UN SACRIFICIO INCOMPRENSIBILE – Gli ultimi giorni di mercato hanno visto una Inter in crisi mistica, non solo sul campo, dove i risultati stentano ad arrivare, ma anche a livello societario: d’altronde, quando i tuoi piani vengono mandati all’aria per i capricci di un sopravvalutatissima prima donna del calcio brasiliano, è difficile tornare indietro, soprattutto se la si insegue da quasi un anno, non solo ricostruendo da zero un castello di carte completamente andato distrutto, ma venendo costretti addirittura a ricomprarsi tutte le carte. Perché in effetti, questa Inter sembra una Scala 40 a cui son state tolte le scale e i tris d’asso, una briscola senza seme principale. Se si può considerare onesta la cessione di Sneijder, con il quale si erano creati problemi legati non solo alla sua situazione contrattuale, non si può fare altrettanto con un’altra manovra di mercato; a dir poco spregiudicata, infatti, la cessione, invece, di Philippe Coutinho, giocatore di enorme prospettiva venduto, a detta di Moratti e di chi lo capisce, per un disegno più grande. Disegno, evidentemente, realizzato da un bimbo daltonico di 5 anni: se l’intento era arrivare al ‘top player’ in pieno stile Juve, sacrificando, comunque non per pochi soldi, una stella del panorama futuro del calcio europeo, ebbene esso non è riuscito. La folle ricerca del superacquisto, quando con un minimo di fiducia (mai veramente datagli in 4 anni di Inter) Coutinho sarebbe potuto diventare il nuovo traino di questa Inter allo sbando, ora sta distruggendo ogni aspettativa di vita dell’Inter in questo campionato: si va poco lontano con un centrocampo insipido, un attacco a mezza disposizione e una difesa ancora da collaudare. E così anche i tifosi più calmi e razionali, fin’ora inchinatisi all’ideale del sacrificio all’altare del Fair Play Finanziario, si incazzarono: difficile reagire diversamente d’altronde su una strategia di mercato così suicida, folle e raggirante nei confronti di chi, dopo la partenza di due giocatori di altissimo livello quali Wes e Cou, si aspettava un colpo di alto livello per bilanciare il profilo internazionale qualitativo di questa Inter.
UN GENIALE TORMENTONE – Ma ecco che arriva il movimentone di mercato che scuote le coscienze di molti all’interno della società: Balotelli, a partire dalla giornata di ieri, è un nuovo giocatore del Milan, in cambio di circa 20 milioni + bonus da elargire al City in segno di generosità. Osannato dalla stampa italiana – meno da quella inglese, quasi soddisfatta di essersi liberata di un peso enorme – neanche parlassimo di David Silva, vero fenomeno a disposizione di quell’incompetente di Mancini, arriva a Milano dopo un tira e molla durato tutto il mese di gennaio. Di esser forte lo è, per carità: con lui, El Shaarawy, Niang e Bojan il Milan in effetti sembrerebbe essersi sistemato lì in avanti per i prossimi dieci anni. Anche se il dubbio sulla permanenza del Faraone in Italia per così tanto tempo m’è dubbia.. In ogni caso, insomma, un colpo che fa tanto, tantissimo eco intorno a se, tanto quanto è l’ego che Mario si porta dietro all the way from Manchester. Però ecco, lasciando stare i miei dubbi personali non sul carattere del giocatore, ma sul giocatore stesso (assolutamente non un fantasista o un risolutore di partite, tatticamente vedo molto più utile un Pazzini schierato decentemente in campo), l’acquisto di SuperMario e tutto l’ambaradan di dichiarazioni falsissime recitate ad arte da Galliani e Berlusconi per creare suspence e curiosità in pieno stile storyline di Beautiful sembra far parte di un piano superiore. Pensateci: quanto può essere forte il contrasto tra la delusione, fino a pochi giorni fa, da parte dei tifosi milanisti alle parole di Galliani (che parlava di sicuro non arrivo di Balo), e l’annuncio del suo arrivo a Milano che sa quasi di entrata eroica degli Americani in territorio italiano per liberarci dai nazisti tedeschi? Fortissimo. E così come gli americani furono a fianco dei partigiani per liberarci dal dominio tedesco, Balotelli sembra essere il perfetto uomo immagine per Silvio Berlusconi per spazzar via dall’Italia ogni tipo di resistenza al suo partito. Non per generalizzare: non tutti sono così stupidi da cambiare idea e girar voti a favor del Silvione nazionale solo per via di un acquisto così importante. Ma purtroppo in molti ci cascano: un sacrificio così importante per un uomo immagine così importante non possono non significar qualcosa. Non bastasse l’arrivo in sé, è proprio il modo con il quale Balo sbarcherà a Milano nelle prossime ore che farà ingraziare a molti il Berlusca: chi più di lui rappresenterebbe la sorpresa, il nuovo che avanza, il sacrificio in casa Milan/Partito del Berlusca? Un regalone dal clamore assurdo. Anche perchè, ricordiamocelo: Balotelli non è arrivato con i soldi della cessione di Pato, ma con i soldi della cessione di Pato, Ibrahimovic e Thiago Silva. Dunque, non proprio uno scambio equo. In sintesi, quando la trattativa è più grande e gigantizzata del giocatore stesso, non di certo una pippa, ma il quale valore di mercato ha raggiunto il suo top storico e ora potrà soltanto diminuire. Non voglio fare riferimenti politici azzardati o banali, ma è una constatazione naturale, conseguenza del fatto che sia arrivata in tempi e modi ben precisi rispetto alle imminenti elezioni politiche.
REAZIONI DIFFERENTI – In ogni caso, tralasciando i lasciti di un investimento così importante, ci si potrebbe chiedere: come reagirà la squadra che l’ha formato, l’Inter appunto, che entro non molto se lo ritroverà davanti come un boomerang? Da come se ne parla, sembrerebbero uscire solamente reazioni negative dall’ambiente nerazzurro: un talentone buttato via e regalato agli odiati cugini, qualcosa che proprio non andrebbe giù ai cuori nerazzurri. Invece, viste le conseguenze, la reazione sembrerebbe completamente opposta. Va prima di tutto ricordata l’ostilità con i quali i tifosi della beneamata hanno lasciato volentieri partire Balotelli in quel di Manchester: nessuno ha dimenticato i suoi comportamenti sempre ostili nei confronti dell’ambiente nerazzurro, basti citare l’episodio della maglia buttata violentemente per terra sotto gli occhi di tutto lo stadio al fischio finale di Inter Barcellona 3-1, o le sue continue dichiarazioni riguardanti un suo passato da tifosello milanista, o la sua tendenza all’anarchia totale negli allenamenti o in campo. Insomma, con i 30 e passa milioni offerti dal City per portarlo via da Milano, la sua partenza è sembrata meno amara del previsto. E ora che a Milano ci è ritornato, gli interisti non sembrano rimpiangerlo, anzi. Ma oltre ciò, la società nerazzurra ha visto nella trattativa Balotelli – Milan un motivo per reagire dallo stallo di mercato e finalmente risvegliarsi. I motivi? Principalmente due: prima di tutto rimediare allo smacco dato loro dalla dirigenza rossonera, smacco colto al balzo dai ‘tifosi’ nerazzurri più disfattisti e masochisti che non perdono occasione di mandare a quel paese (ma questo succede da mesi oramai) la dirigenza interista; la seconda, l’Inter si sarebbe finalmente accorta che l’arrivo di Paulinho sembrerebbe più un operazione di marketing, d’immagine, proprio come lo è stata Balotelli al Milan. Tatticamente poco utile visti i doppioni in rosa, economicamente irraggiungibilissimo: due giocatori, Balo e Paulinho, così diversi ma alla fine anche così simili. L’Inter ha capito che se si deve spendere, lo si deve fare con lucidità, intelligenza e idee chiare: indirettamente, si ringrazia la dirigenza rossonera per aver dato modello ai nerazzurri sul cosa si deve NON fare per migliorare la propria rosa.
IL RISVEGLIO DEL BISCIONE – Ed ecco così spiegato il clamoroso boom di mercato dell’ultima giornata nerazzurra: Schelotto e Kuzmanovic sono praticamente ufficiali (complessivamente 5,5 milioni di spesa, non male per due elementi tatticamente utilissimi), Bellomo è in dirittura d’arrivo e si valuta con attenzione l’arrivo di un forte regista, i quali nomi sono Biglia, argentino dell’Anderlecht dai piedi buonissimi e il quale costo si aggira sui 6-7 mln, Lodi (anche se un suo arrivo sembrerebbe molto più possibile per giugno) e, nome nuovo che ingolosisce i tifosi nerazzurri, tal Kovacic, regista dalle potenzialità enormi classe 1994 della Dinamo Zagabria. Chi lo conosce, parla di lui come uno che vale completamente il pur alto prezzo richiesto dal club croato per il cartellino, attorno ai 15 milioni: qualità simili al signor Luka Modric (mica un nome a caso) e personalità da giocatore già maturato. A quanto pare, l’Inter avrebbe pronto un blitz in Croazia per andare ad acciuffare il giovanissimo regista, sulla quale c’è comunque la forte concorrenza di City e Real Madrid; l’Inter però, su diktat di Stramaccioni (che sui giovani stravede e che sarebbe pronto per lanciarlo subito da titolare), sarebbe già in vantaggio sulle dirette concorrenti, pronta a fare un importante sacrificio economico per garantire finalmente qualità ad un centrocampo finora abbastanza sterile di piedi buoni. Insomma, l’Inter si sarebbe finalmente svegliata, andando a migliorare la rosa proprio dove serviva con acquisti mirati, intelligenti e dal costo giusto: Schelotto è un ottimo ricambio sulla fascia destra dove fin ora ci si è arrangiati col solito trattor Zanetti, Kuzmanovic è un ottimo prospetto (classe ‘89, ricordiamolo) di qualità e quantità, mentre con l’arrivo del regista si completerebbe finalmente una rosa fino ad adesso troppo squilibrata tra i vari reparti. Un Inter che ha saputo cogliere fino in fondo il concetto intrinseco di ‘Mercato di riparazione’, per una rosa che altrimenti sarebbe stata da mandare allo scatafascio, da rottamare subito. Se un arrivo del genere, quello di Kovacic o Biglia, dovesse arrivare sul serio, non sarebbe stato vano il sacrificio di Coutinho, in vista prospettica di un ideale tattico che privilegia più mezze ali e qualità a centrocampo piuttosto che tra le linee. Un mercato intelligente e mirato: alla faccia di uomini – prima che calciatori – immagine e primedonne fin troppo vanitose per capire che il treno, nella vita, passa una volta sola. Forse due. E che si è fin troppo stupidi se lo si perde anche la seconda volta.
A cura di Giovanni Nolè
