Champions League
Champions League: Juventus, ti presentiamo il Celtic. Occhio allo stadio, vera arma degli scozzesi

GLASGOW, 24 DICEMBRE – “Le maglie del Celtic non sono per le seconde scelte. Non si ritirano per star bene ai giocatori inferiori”. Jock Stein, storico giocatore del Celtic, pronunciò questa frase più di mezzo secolo fa, a confermare la grandezza di un club che ha fatto storia, in Scozia, in Bretagna e in Europa. Oddio, la storia ci riporta ad oggi, nel 2012, quando gli scozzesi non sono più cosi gloriosi e hanno forse perso parte del loro antico prestigio e splendore. Complice la debacle dei Glasgow Rangers, avversari di calcio e di cultura, i bianco verdi restano comunque padroni assoluti del campionato scozzese. Ora, ritrovati in Champions League, si proiettano verso gli ottavi di finale, contro la nostra Juventus. A detta di tutti il sorteggio è stato estremamente favorevole ai bianconeri, ma ci sono vari motivi per sostenere il contrario.
EQUILIBRIO Motivo numero uno, la Champions nasconde sempre delle insidie. Soprattutto una volta superati i gironi eliminatori, nessuna compagine è da considerarsi facilmente eliminabile. Ovviamente, i dirigenti, i giocatori e i tifosi juventini speravano di evitare squadre di maggior livello, come il Real Madrid. Fatto sta che però affrontare i 180 minuti degli ottavi pensando di poter aggirare l’ostacolo con il minimo sforzo, sarebbe un grave, gravissimo errore. Pavel Nedved subito dopo i sorteggi dello scorso 20 Dicembre ha affermato :” Grande rispetto per il Celtic. Poteva andarci peggio, ma guai a sottovalutarli. Sono l’unica squadra che ha battuto il Barcellona“. Parole sante, che aprono le porte al secondo motivo valido a prestare più che l solita attenzione all’ avversario.
Nonostante una modesta rosa, gli scozzesi possono contare comunque su dei punti cardine a livello tecnico-tattico. Il portiere Fraser Forster è una vera sicurezza. Il 4-4-2 roccioso e dinamico offre, soprattutto nelle gare in trasferta, la ghiotta di possibilità di sfruttare alla grande i contropiedi. Due centrali di centrocampo tutta grinta e muscoli, quali Ledley e Commons, e due esterni di gran corsa quali Brown e James Forrest, compongono un quartetto di mediana di tutto rispetto. Ovvio che il fiore all’ occhiello del Celtic sono le due punte. Samaras, greco, una stazza imponente a dispetto di una buona tecnica e di una sorprendente velocità; Hooper, vero gioiello degli scozzesi, attaccante rapido e letale, seguito tra l’altro proprio da Marotta.
BOLGIA Insomma, il livello tecnico e qualitativo, seppur di non primissimo livello, è tutt’altro che da scartare. A ciò va aggiunta la grinta e l’aggressività trasmesse dal tecnico Neil Lennon. Il tutto è però condito dalla vera arma degli scozzesi. Un’arma che sfodera tutta la sua pericolosità nelle partite in casa: lo stadio. Il Celtic Park rappresenta una vera e propria bolgia, un inferno per le squadre in trasferta. E’ il terzo stadio del Regno Unito in termini di capienza (61.000 posti a sedere) e da davvero i brividi, essendo costruito attraverso tecniche sonore all’avanguardia. Per intenderci, uno Juventus Stadium, ma con 20.000 posti in più. I cori e gli inni dei tifosi sono da pelle d’oca : Just can’t get enough dei Depeche Mode o You’ll never walk alone, adottata dai sostenitori del Liverpool, rappresentano i cavalli di battaglia delle curve a quadrifogli. Davvero uno spettacolo! C’è da scommettere che la Juve avrà da sudare ….
SI PUO’ FARE Per parcondicio va detto che i bianconeri sono nettamente superiori. Hanno più storia, maggior prestigio, maggior blasone, una superiore componente politica, oltre ovviamente ad una schiacciante superiorità tecnica e tattica. Insomma, la Juve è favorita. Ma la suddetta analisi porta a pensare che ci sarà di che preoccuparsi. L’ ostacolo è abbordabile, ma non da prendere alla leggera. Il celtic andrà preso con le molle. Siamo sicuri comunque che Conte saprà preparare i suoi e ci auspichiamo che alla fine, nonostante tutto, siano i bianconeri a superare il turno.
Antonio Fioretto
