Ciclismo
Lance Armstrong, il grande bluff
5 giugno 1999, Madonna di Campiglio. Alle ore 10:10 locali l’agenzia Ansa batte un’agenzia che sconvolse il mondo del ciclismo: Marco Pantani viene fermato a scopo precauzionale dai medici dell’Uci per un tasso di ematocrito (concentrazione dei globuli rossi) del 52%, superiore di soli 2 punti percentuali al limite consentito dai regolamento. Il Pirata venne di conseguenza sospeso per 15 giorni, il che comportava l’esclusione immediata dal Giro d’Italia.
L’episodio di Campiglio segna per sempre la vita del fuoriclasse romagnolo. L’onta del doping sul ciclista con la bandana lo affossa completamente, Marco non riesce ad uscire dal vortice della depressione e si rifugia nella cocaina nel vano tentativo di sedare quel malessere che gli impediva di vivere.
Gli ultimi acuti della sua carriera si registrano nel Tour 2000 dove incontra Lance Armstrong, il volto pulito del ciclismo, l’uomo che sconfisse il tumore ai testicoli con lo sport. Negli occhi degli appassionati di ciclismo è ancora impressa l’epica sfida sulle pendici del Mont Ventoux: Marco batte in volata Armstrong, ottenendo la vittoria di tappa. Il giorno dopo, Armstrong, durante un’intervista rilasciata a “Le Monde” dichiarò apertamente d’aver lasciato la vittoria al Pirata e questo scatenerà la rabbia di Pantani. Il 17 Luglio nella tappa di Courchevel Pantani si supera: al suo scatto rispondono solo Virenque e Armstrong. Dopo alcuni km si stacca il francese e rimangono solo Pantani ed Armstrong. Ai 5 km all’arrivo Pantani attacca di nuovo lasciando sul posto l’incredula maglia gialla. Raggiunse e staccò il povero José María Jiménez e andò a vincere in solitaria, staccando lo stesso Armstrong di ben 51 secondi, ma la sua esultanza, così contenuta, nascondeva una triste verità: quella sarà la sua ultima vittoria da ciclista professionista.
Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato privo di vita nella stanza D5 del residence “Le Rose” di Rimini. L’esame autoptico rivelò che la morte era stata causata da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un’overdose di cocaina. L’autopsia sul corpo del campione dopo la tragica morte e in particolare l’analisi del midollo osseo ha escluso che Pantani avesse fatto uso frequente e in quantità elevata di Epo durante la sua carriera, segno evidente che fosse il più forte ciclista in circolazione.
A otto anni di distanza dalla morte del nostro Marco, atleta mai risultato positivo ai controlli antidoping, la giustizia sportiva restituisce in parte quello che “i poteri occulti del ciclismo” gli ha precocemente strappato. Lance Armstrong, il simbolo dei ciclisti puliti, viene definitivamente smascherato nel dossier dell’Usada. Il dossier, che inchioda il texano è composto da 200 pagine e contiene una serie di testimonianze rilasciate dagli ex compagni dell’Us Postal che non lascerebbero spazio alla difesa del “Re del Tour”. Si parla di uso di testosterone, sacche di sangue, Epo. Il tutto sotto l’oculata regia del dottor Ferrari, inibito a vita anche dal Coni. Tra il 1996 e il 2006, Armstrong avrebbe pagato al medico Michele Ferrari oltre un milione di dollari, versati sui conti svizzeri. Secondo le ultime indiscrezioni Armostrong, grazie al lavoro certosino compiuto dall’equipe media dell’Us Postal avrebbe superato quasi 200 controlli tramite l’utilizzo di sostanze coprenti.
I miei dubbi sull‘eroe americano trovano finalmente conferma: giustizia è stata fatta. Ciao Marco, ci manchi…
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