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Cronaca

Preghiera Alpini: nuova rissa Lega-vescovi per una frase cancellata nel 1972. Ma nessuno lo sa

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Alpini

Più efficace di mille discorsi e di altrettante statistiche. Se volevate avere un’idea molto rapida e concreta di come siamo messi male noialtri italiani ecco a voi una storiella decisamente istruttiva. Viene dalle montagne di Passo San Boldo (Treviso), dove il sacerdote chiamato a celebrare la messa ha cercato di imporre agli Alpini una variante “politicamente corretta” della loro storica preghiera: “Rendici forti di fronte a…” – sembrerebbero queste le parole, stando ai resoconti – invece di Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana(quest’ultimo riferimento sarebbe stato omesso). Risultato: le Penne Nere rifiutano di piegarsi al diktat e il caso finisce sulle prime pagine di tutti i giornali.

CRONACHE DAL FRONTE“Ci dispiace – commenta Sebastiano Favero, presidente nazionale dell’Associazione Alpini, censurando l’operato del sacerdote – perché si tratta di una strumentalizzazione. Nella stessa preghiera si dice che le nostre armi sono fede e amore. Chi vuole polemizzare per una interpretazione rigida lo faccia pure, noi non cambiamo una virgola”. “Le Penne Nere – tuona su Facebook il segretario della Lega Nord Matteo Salvinigiustamente hanno protestato. Sono sempre più sconcertato da ‘certi vescovi (il riferimento, questa volta, è alla Diocesi di Vittorio Veneto, colpevole di aver subito messo al bando la preghiera incriminata, ma il vescovo smentisce, ndr). W gli Alpini“. “Ma in che Paese viviamo – gli fa eco la deputata del Carroccio Barbara Saltamartini – Vogliono cancellare le nostre tradizioni, la nostra cultura. Ma vi sembra normale una cosa del genere?”. Matteo Salvini è “un cattolico a corrente alternata” contrattacca la senatrice del Pd Simonetta Rubinato: “Tra il difendere la preghiera degli alpini e la strumentalizzazione politica che ne fa il segretario della Lega c’è una bella differenza”.

Matteo Salvini

Matteo Salvini

TANTO RUMORE PER NULLA – Ora, volete sapere perché siamo messi così male noialtri italiani? Perché il testo della discordia, il “motivo” dell’ennesima rissa, non esiste più dal lontano 1972, ma non lo sa nessuno, nè gli Alpini, nè i vescovi nè i giornali (passi Salvini, nel suo caso farebbe notizia il contrario). Dalle più alte vette a quota 0 il passo è breve quindi, troppo breve. Eppure bastava cliccare proprio qui, proprio sul sito di noialpini.it per richiamare immediatamente le truppe corse invano al fronte. Leggere per credere:

“Nel novembre 1972 viene indicata dall’autorità ecclesiastica una nuova PREGHIERA DELL’ALPINO. Proposta per dovere d’ufficio dal cappellano capo Don Aldo Parisio, Responsabile del Servizio Assistenza Spirituale del 4° Corpo d’Armata Alpino con l’assenso del comandante generale Franco Andreis, viene approvata dall’Ordinario Militare per l’Italia Mons. Mario Schierano”.

(…) La proposta della variante espressiva scaturita collegialmente nel 1972 nell’ambito stesso delle truppe alpine, raccoglie quindi l’espressione concettualmente più moderna della preghiera nel rapporto con le nuove generazioni. Nel testo ideato nel 1950 dall’Ordinario Militare Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone compariva l’esortazione ….rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana. Nella nuova preghiera questa diventa ….rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera (sparisce, quindi, ogni riferimento alle armi e alla millenaria civiltà cristiana, ndr). Con la variante in oggetto, che crea di fatto una nuova preghiera e sopprime ogni precedente, diventa dal novembre 1972, la sola indicata dall’Ordinario Militare Mons. Mario Schierano e riconosciuta dalla Santa Sede quale PREGHIERA DELL’ALPINO da recitare nell’ambito militare”.

Insomma, siccome non risultano successive reintroduzioni dell’antico testo cavallerleonino, allora ne consegue una figuraccia spaventosa a tutti i livelli, militari e civili. Peggio di così, è andata solo a Caporetto.

Enrico Steidler

PS: per chi vuole approfondire, ecco il testo originale (ante-1972) della Preghiera degli Alpini. A leggerlo, sembra che siano gli austriaci i “cattivi“, ovviamente. Per inciso, anche gli austriaci erano e sono cristiani e cattolici. Amen.

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l’animo a Te o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani, e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga, fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose; su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi, rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana. E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni.
Così sia.

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