Motori
SBK, Superstock 1000: la tragedia di Laguna Seca
Nel mondo delle corse, il rischio si fa presente in ogni uscita e in pista. Anche con l’elettronica avanzata, i caschi in carbon kevlar, le tute super-protettive (hanno l’air bag), le piste studiate e modificate in virtù delle vie di fuga e della sicurezza, quando sono in tanti e vicini, il pericolo incombe. In poche parole, è questa la storia del tragico incidente, accaduto subito dopo il via della gara di Superstock 1000 (disciplina motociclistica inquadrata nel contorno del mondiale SBK), sul tracciato di Laguna Seca. Nel tamponamento a catena, scatenato dal repentino rallentamento di uno dei piloti in centro pista, ne sono rimasti coinvolti in cinque, ma due di loro, Bernat Martinez, 35enne di Valencia e Daniel Rivas, 27 da Galicia, sono deceduti.
TRAGEDIA– Era la seconda gara dell’ottavo round per la categoria, ed è andata in scena subito dopo la premiazione del GP USA SBK, dove la #Ducati Panigale ha festeggiato la doppietta con l’inglese Chaz Davies. Gli organizzatori, hanno capito subito la situazione d’emergenza e hanno fermato la gara, permettendo all’ambulanza di arrivare direttamente in pista, ma per i due giovani spagnoli non è bastato. Martinez è morto all’ospedale della vicina Monterey, mentre Rivas (alla sua prima gara in campionato) è stato trasportato in elicottero a 20 km dalla pista, a Salinas, ma anche x lui, i medici non hanno potuto fare nulla.
Una fatalità di questo tipo, poteva accadere ovunque e non sarebbe giusto incolpare il tracciato statunitense che non rispetta in tutto e per tutto gli standard di sicurezza della FIM, ma, sul luogo dell’incidente, la vie di fuga è molto larga e nessuno dei cinque ha colpito le barriere. Il Gran Premio è già stato eliminato dal calendario SBK del prossimo anno (stabilito prima della tragedia), dopo aver perso anche quello della MotoGP, tre stagioni fa.
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Sanda Urda