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Calciopoli, “una tipica storia italiana”
“Si è trattato di una tipica storia italiana“. A volte per dire tutto bastano 8 parole, e quelle del presidente del Coni Giovanni Malagò sono più che sufficienti a descrivere fin nel dettaglio il senso più autentico di Calciopoli e del suo grottesco epilogo. A partire da quest’ultimo, innanzitutto, e dall’immagine che restituisce, quella di un Paese maledettamente incapace di punire i colpevoli – anche quando sa perfettamente che sono tali – e in cui nulla è più provvisorio del “definitivo”.
LA STORIACCIA INFINITA – Fateci caso. La sentenza emessa dalla Cassazione dovrebbe essere l’atto finale, il sipario che cala inesorabile sulla turpe rappresentazione, ma in realtà è solo il preludio di infiniti sviluppi futuri. “Ora aspetto di leggere le motivazioni” dicono un po’ tutti, da Luciano Moggi (prescritto) all’ex arbitro De Santis (condannato a un anno, pena sospesa), e anche la Juventus, ovviamente, è in trepidante attesa. Il papocchio giuridico partorito dalla Terza sezione penale, infatti, lascia aperti mille spiragli, e i conti aperti sono innumerevoli.
MOGGIOPOLI E DINTORNI – Ma come, verrebbe da dire: i giudici hanno confermato “l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata a condizionare i risultati delle partite, le designazioni arbitrali, le carriere dei direttori di gara e l’elezione dei vertici della Lega calcio”, e hanno pure negato a Moggi & Co. – Giraudo, Mazzini e Pairetto – il proscioglimento per associazione a delinquere aggravata. Solo il sopraggiungere della prescrizione evita loro la condanna, e allora di che parliamo a fare? Eppure, ma guarda un po’, Big Luciano se ne va in giro a dire che “abbiamo scherzato per nove anni: il processo si è risolto nel nulla, solo tante spese”, e la società bianconera arrota la scimitarra in vista della resa dei conti con la Figc: in ballo non c’è solo la storia dei due scudetti scuciti dalla maglia, che tanto affligge gli Agnelliraptor, ma anche un mucchio di soldi (i 444 milioni di euro reclamati dalla Juve a titolo di risarcimento danni post-Calciopoli) e altrettanto potere (oggi in Federcalcio dominano i “nemici” Tavecchio-Galliani-Lotito, domani chissà). Ma non è finita qui. Sul capo di tutti gli imputati – da Big Luciano a Lotito e i Della Valle – pende poi la richiesta danni presentata dai club costituitisi parte civile (Bologna, Brescia, Atalanta, Lecce), e se si pensa che su questo contenzioso decideranno i vari tribunali di competenza è facile intuire che l’intera vicenda di Calciopoli è destinata all’immortalità.
SOUVENIR D’ITALIE – E a proposito di Belpaese (e delle sue magagne incurabili), ecco alcune cartoline raccolte da Goal.com sui siti dei tifosi bianconeri: “Una vergogna senza fine”; “#Farsopoli: non c’è da meravigliarsi. È stata una farsa dall’inizio alla fine”; “Calciopoli è cominciato con la Juve prima e nei quarti della Champions League e finisce dopo nove anni con la Juventus prima e nei quarti…”; “Senza frode sportiva, gli scudetti devono tornare alla Juve”, “Cancellata la frode sportiva, rivoglio gli scudetti”, “Basta, ci restituiscano gli scudetti o ci ripaghino! Basta farsi prendere in giro da politici del calcio da macero”.
MI OPPONGO, VOSTRO ONORE – Non tutti i tifosi di Madama la pensano così, naturalmente, e fra questi il più severo è Antonio Di Pietro: “Come al solito mettono le guardie quando i ladri sono scappati. Nel caso di specie, oggi e’ stato presentato il disegno di legge per allungare i tempi della prescrizione. E proprio oggi sono scaduti i tempi per processare Moggi. Quanti Moggi nel nostro Paese si sono avvalsi di questo istituto per non rispondere davanti alla giustizia? Nel caso di Calciopoli – ha dichiarato all’Ansa l’ex magistrato del Pool di Mani Pulite – il danno e’ ancora piu’ grave perche’ e’ stato preso in giro tutto un mondo che si riunisce intorno ad una passione e che viene violentato da comportamenti che poi finiscono in una bolla di sapone. Da juventino – conclude Di Pietro – avrei voluto vedere Moggi e gli altri venire processati, dopodiche’ vorrei che la giustizia facesse il suo corso“.
E già, Di Pietro ha ragione, e questo, fra i tanti, è forse il segno più inequivocabile della fine che si avvicina, la fine del calcio, del mondo e persino dell’Universo. Ma non di tutto. Calciopoli, infatti, sopravviverà, questo è ormai assodato: misteri della fisica, e della Cassazione.
Enrico Steidler