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Tragedia greca, il KKE impedisce la svolta storica

Forse parlare di tragedia è eccessivo, ma quanto è accaduto all’indomani della vittoria, fulgida, di Syriza nelle elezioni in Grecia, ha il sapore della beffa. Per due miseri seggi, il partito di Tsipras non ha raggiunto la maggioranza assoluta, e ciò lo costringe a cercare un accordo almeno per far partire il governo. Il giovane leader greco non ha perso tempo, ed incassato il no da parte del KKE, si è rivolto ad ANEL, partito nazionalista greco, scissione di Nea Demokratia, avverso ai diktat della Troika, e quindi, agli occhi di Tsipras, buono per forzare la mano con l’UE. Poi? Poi si vedrà.
STALIN DICE NO- “La storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa”, scriveva Marx a proposito di Luigi Bonaparte. Beh, in questo caso, c’è davvero poco da ridere. Ancora una volta, come accaduto durante tutto il corso del ‘900, gli stalinisti, prima con la guida di Stalin in persona e poi seguendo le sue scellerate tattiche, stanno mettendo un freno ad una possibile rottura con il modo di produzione capitalista. Il KKE, partito di osservanza stalinista, considerando Syriza una formazione borghese, si è rifiutato di garantire il suo appoggio, che avrebbe assicurato alla Grecia un governo di sinistra radicale e comunista, ed una serie di riforme indirizzate alla socializzazione delle principali leve dell’economia, primo passo verso lo smantellamento del capitalismo.
CINISMO E PRAGMATISMO- Tsipras, che d’altronde ha impostato la sua campagna elettorale soprattutto in relazione ai rapporti con l’UE, ha trovato in ANEL un interlocutore perfetto, come detto, per fare la voce grossa a Bruxelles e dintorni. Una scelta, a parere di chi scrive, profondamente sbagliata. ANEL è un partito borghese, di destra, nazionalista, composto da carrieristi, burocrati, affaristi. In altre parole, rappresentati in tutto e per tutto degli interessi del capitale. Il rischio che si tratti di una sorta di cavallo di Troia per un governo di sinistra radicale non è alto, di più. La mossa di Tsipras potrebbe costringere Syriza ad indossare il bavaglio una volta lasciata Bruxelles e rientrati in Atene.
SVOLTA STORICA- Il KKE deve rendersi conto che sta buttando alle ortiche una possibilità ghiottissima. Syriza deve comprendere che sta imboccando una strada senza uscita. Tsipras dovrebbe presentarsi in parlamento con un programma fortemente avanzato, e costringere la dirigenza del KKE a proclamare in faccia a 2 milioni e mezzo di elettori che loro non appoggeranno un governo siffatto. Syriza ha una responsabilità storica dinanzi a sé, e non può sprecarla seguendo la logica della politica borghese. La popolazione ha espresso chiaramente la sua volontà. Il parlamentarismo può essere mandato, finalmente, almeno in Grecia, nel museo, accanto alla rocca per filare e all’ascia di bronzo.
Matteo Masum
