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Roma e Lazio, che pena, che strazio

Roma, 2015 d.C.: la calata dei barbari è già finita da quel dì, ma evidentemente qualcosa è rimasto sul campo. No, non stiamo parlando delle stesse buche nelle strade o delle opere distrutte e mai più ricostruite, ma di qualcosa di peggio, qualcosa che la dice molto lunga su quanto sia fragile e incerto il futuro della Città Eterna. Le tribù, innanzitutto, quelle che scorrazzano in lungo e in largo devastando ogni cosa, lanciando bombe carta e piazzando ordigni “potenzialmente letali”. E poi certi “condottieri” dell’agonizzante Impero, uomini che invece di combattere la marmaglia in questione preferiscono accoltellarsi fra loro nell’arena più spietata e sanguinaria, quella dei mass-media.

Mauro Baldissoni, dg della Roma
KAPUTT MUNDI – “E ora date il Daspo a Lotito e Pallotta“ titola oggi il Tempo, e già che ci siamo – aggiungiamo noi – datelo pure a Baldissoni. Eccessivo? Sì, ma per difetto: leggere per credere. “È un peccato che Lotito abbia commentato in quel modo il selfie di Totti – scrive James Pallotta, presidente della Roma, sull’account ufficiale della società giallorossa – È stato un gran momento, ma avrei quasi preferito un autoritratto con la sua faccia, sul gol“. Nota bene! Quello che segue, cioè una delle polemiche più indecenti e puerili dai tempi di Nerone, si scatena quindi per i motivi più futili che si possano immaginare: il commento di Claudio Lotito, percepito come uno “sgarro”, a riguardo del famoso selfie del Pupone (“è inopportuno” osò dire il presidente biancoceleste). E dal livello della liceale nella classe dei ripetenti si sprofonda rapidamente in un abisso che voi adulti non potete comprendere.
STORIE DI ORDINARIA DECADENZA – Uno-due. Dopo il duro colpo rifilato dal sovrano, ecco che arriva subito quello inferto dal fido scudiero, cui non è certo sfuggita un’altra futile e “imperdonabile” esternazione del numero uno avversario (“Scommetto la presidenza che la Roma non vincerà lo scudetto”): “Detto che sono quelli della Lazio gli esperti di scommesse – sibila velenoso il dg giallorosso Mauro Baldissoni alludendo alle disavventure di Stefano Mauri – se Lotito scommette la presidenza c’è il rischio che anche i tifosi della Lazio – molti dei quali detestano “Lotirchio”, ndr – tifino per noi“. “Baldissoni ha detto che siamo esperti nel campo delle scommesse? Non voglio fare polemiche – replica finalmente Lotito una frazione di secondo prima di smentirsi – ma vorrei dirgli di non perdere tempo dietro a queste cose e di dedicarsi invece a tenere in ordine i conti della propria società. Se vuole può venire a Formello, così gli facciamo vedere le scommesse vinte ai fini del risanamento e dell’efficienza della Lazio”.
ASILO GERIATRICO – Money? Tu parla di money malideto burino?… deve aver detto fra sè e sè Pallotta nella sua lingua comunque immaginaria, e la Tever Storm dello yankee scatta immediata: “Lotito continua a rilasciare dichiarazioni sciocche e che denotano ignoranza intorno agli aspetti economici del nostro Club”, scrive il comandante supremo giallorosso sul sito ufficiale del club. “La prossima volta che verrò a Roma sarà mia cura cercare di renderlo edotto in merito alla nostra solidità e redditività finanziaria. Lo farò come se parlassi a un bambino, ovvero parlando lentamente e scandendo bene tutte le sillabe. Se non dovesse capirlo neanche questa volta, beh, allora rinuncerò”.
“A parte le poco rispettose espressioni usate nei confronti di un collega – risponde Lotito dal suo pulpito Marotticida – il presidente Pallotta dovrebbe rileggersi il bilancio della società da lui presieduta, approvato pochi mesi fa, e ricordarsi quindi che solo nell’arco dell’anno 2014 ha perso oltre 38 milioni di euro presentando inoltre un patrimonio netto negativo consolidato di oltre 81 milioni di euro. Gli auguriamo pertanto che a partire dal 1 luglio 2015 sia in grado di rispettare le norme del fair play italiano, norme che la Lazio rispetta da oltre 10 anni”.
Ecco, questo è quel che resta del derby (e delle nostre speranze di riscatto), ed è chiaro a tutti che in un simile scenario di degrado non ha alcun senso addentrarsi nel dettaglio dei reciproci rinfacciamenti, o affannarsi a stabilire chi ha torto e chi ha torto marcio. L’unica cosa da sottolineare, in fondo, è la triste realtà di Roma, una città che un tempo fu la capitale del mondo e che oggi – vista dai cieli del calcio che conta – si presenta per quello che è e niente più: una mera espressione geografica. Geografica e volgare.
Enrico Steidler

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