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Francesco Totti, “core” del calcio

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Tutti vivono la storia, ma nell’Olimpo di chi la scrive solo pochi hanno il privilegio di entrare. In questa ristretta e prestigiosa élite, Francesco Totti ha fatto il suo trionfale ingresso già da mò, e tuttavia – e fortunatamente – non ha ancora perso la voglia di farci vedere il perché.

Francesco Totti, un "pupone" nella leggenda

Francesco Totti, un “pupone” nella leggenda

VENI, VIDI E…NUN VE LO SCORDERETE… – Ha ragione Zeman: Totti non è uno dei più grandi e straordinari talenti della storia del calcio, Totti è il calcio, e se un alieno appena piombato sulla Terra ci chiedesse che cos’è questo sport che ci rende tutti un po’ bambini, questo strano gioco che ci ha rapito l’anima e non l’ha più restituita, noi potremmo cavarcela racchiudendo la risposta in due sole, semplici parole: Francesco Totti. Il calcio – caro alieno – è Francesco Totti da Roma, un giocatore eterno come la città che lo ha regalato al mondo, sembianze umane ma natura “divina“. Ieri sera in quel di Manchester, e in quel Paese dove non era mai riuscito a segnare neppure un gol, il record-man della squadra giallorossa (realizzare un gol in Champions League a 38 anni suonati, impresa mai riuscita a nessuno, è solo l’ultimo in ordine cronologico di una lunga serie di primati) ha fatto letteralmente luce, e ne ha fatta così tanta – e così abbagliante – da rendere superflui i riflettori. Se ci fosse stato un improvviso black-out, infatti, noi avremmo continuato a vedere un “Sole” circondato da tante stelline ridotte a pianeti che brillano di luce riflessa, un principio attivo capace di far sembrare miseri eccipienti gente come Aguero, Dzeko, Pjanic e Maicon.

DOVE OSANO GLI DEI – E quando Zabaleta & Co. hanno finalmente capito che il “Sole” andava offuscato al più presto prendendolo a randellate, era ormai troppo tardi per cancellare gli effetti della scottatura. Un segno indelebile, ecco cosa ha lasciato ieri sera Francesco Totti in terra inglese, e non si parla solo del suo gol da antologia, of course (guardatelo e riguardatelo: in pochi secondi c’è tutto il meglio del calcio, un autentico concentrato di classe, astuzia, freddezza e istinto da cobra) ma dell’intero repertorio di un genio inimitabile: tocchi deliziosi, visione di gioco a 361 gradi, velocità di pensiero supersonica e assist telecomandati. Qualunque cosa facesse, il numero 10 giallorosso era come Jimi Hendrix: spettacolo allo stato puro, presenza “magnetica” e capacità quasi sovrumana di rendere “facile” anche l’impossibile.

La prova di Totti nel tempio dei campioni d’Inghilterra, in fondo, è stata come un assolo lunghissimo, bellissimo e indimenticabile. Roba che solo a Woodstock, diciamolo. Ma anche a Manchester.

Enrico Steidler

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