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Garcia, Conte e Baldissoni: il “derby d’Italietta” non finisce mai
Pubblicato
8 anni fa|
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Enrico Steidler
“Il derby d’Italia? E’ Juve-Roma” disse tre mesi fa Luciano Moggi durante uno dei suoi ricorrenti (e numerosi) raptus “Intericidi”. In sostanza, il Luciano-pensiero (immortalato dalle pagine di Libero) era, ed è, questo: la Juve è un top team, l’Inter, invece, è un’armata Branca-Leone, e quindi parlare oggi di derby d’Italia – espressione coniata da Gianni Brera ai tempi del Mago Helenio e dei tituli a go-go – “potrebbe suonare offensivo per le altre formazioni”, Roma innanzitutto. Come è ovvio e giusto che sia, queste avventurose considerazioni – fatte alle spalle del più grande giornalista sportivo italiano di sempre – guadagnarono all’ex dg bianconero un’infinità di critiche e di spernacchi. Tuttavia, basta guardare alla schermaglia di basso profilo fra Garcia, Conte e Baldissoni (ultimo episodio dell’annoso conflitto fra Madama e giallorossi) per capire che qualcosa di vero in quelle incaute parole c’era. Anzi, era vero tutto, ma a condizione di cambiarne una: Juve-Roma è il derby d’Italietta.

Mauro Baldissoni, dg della Roma
SIGNORI SI NASCE (E SI DIVENTA) – “Spero che il Sassuolo si giochi la partita fino in fondo – disse tre giorni fa Rudi Garcia, tecnico della Roma seconda in classifica, alludendo al Livorno di Aldo Spinelli, che alla vigilia del match contro la Juve aveva parlato di “risparmiare i diffidati per la gara successiva contro il Chievo” – e non faccia come le altre squadre che hanno affrontato recentemente la Juventus che pur dovendosi salvare non hanno messo in campo la formazione migliore”. Parola d’ordine fair-play, quindi (come accade spesso nel Belpaese, i cui usi e s-costumi sono già stati imparati alla perfezione dal mister transalpino), e poteva forse un uomo di sport come il nobil Conte non mostrarsi all’ “altezza” della situazione? Certo che no, e la sua replica è come al solito esemplare: “Sono parole provinciali sotto tutti i punti di vista. In Italia non c’era certo bisogno del signor Garcia per fornire degli stimoli a chi affronta la Juventus. Contro di noi fanno tutti la partita della vita, il tecnico francese ha mancato di rispetto ai giocatori e alle società che sono scesi in campo contro la Juventus. Le sue parole, così come gli aiutini, sono classificabili come chiacchiere da bar”.
LA KULTURA CIA-CIA-CIA – Da che pulpito!…verrebbe da dire; nella specialità “chiacchiere da bar”, infatti, il tecnico della Juve non teme confronti, e il suo palmarès parla chiaro. Questa volta, però, il tecnico salentino tutti i torti non li ha, anzi, e se la forma è quella che è, la sostanza è dalla sua parte. Garcia, infatti, rimesta nel torbido, e le sue parole, motivate o meno che siano, sono a dir poco fuori luogo in bocca a un allenatore di Serie A. Ad ogni modo, e al di là dei torti e delle ragioni, è lo stile di entrambi i contendenti il vero protagonista di questa ennesima querelle, ed è proprio il loro (non) savoir-faire a dirla lunga sul retroterra culturale dell’Italietta pallonara. Sentite un po’, a proposito di “cultura”, cosa si è sentito in dovere di aggiungere il dg giallorosso Mauro Baldissoni: “Conte non ha visto sportività, forse è abituato ad un altro tipo di cultura sportiva. Noi siamo fieri della cultura sportiva che mettiamo in campo ogni giorno ed anche di quella che dichiara ed insegna il nostro allenatore, che aveva richiamato solo la competitività sportiva. Questa è stata messa in discussione non da Garcia, ma da alcuni presidenti”.
LA CIA-CIA-CIA KULTURAAAA – “Noi siamo fieri…” ma de che, caro Baldissoni? Non le sembra quanto meno azzardato sbandierare la cultura sportiva della Roma dopo gli episodi del cazzotto di De Rossi, della manata di Destro (penosa simulazione inclusa) e dei ricorsi – davvero imbarazzanti – fatti sia per l’uno che per l’altro? E non le sembra imprudente elevare a modello di virtù un tecnico che ci vede benissimo se si parla di “complotti” (“siamo soli contro tutti”, “ci sono due pesi e due misure” “spero che non faccia come le altre squadre”) ma poi diventa quasi cieco (“Non bisogna condannare De Rossi: difficile giudicare dalle riprese”) di fronte ai cazzotti? Sarebbe questa la cultura sportiva?
Beh, sì evidentemente: questa è la kultura, e questo è il derby d’Italietta…
Enrico Steidler
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