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Federcalcic Park 2, la vendetta dei Veterosauri

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Carlo Tavecchio, presidente della Figc

Ricordate il meteorite Ruiz-Godin e l’improvvisa scomparsa dell’Abetedàttilo? Avevate riso (e pianto) anche voi per l’indecorosa zuffa fra gli eredi dell’estinto super-predatore – i Veterosauri dell’indomabile Archeotavècchius – e i giovani cospiratori capitanati dall’Agnelliraptor spolpatore? E pure voi non vedevate l’ora di conoscere l’esito del confronto “fratricida” tra la seducente Barbaràtopa e l’astuto Gallianodonte? Bene, il seguito dell’appassionante avventura è stato trasmesso ieri pomeriggio in anteprima mondiale durante l’assemblea della Lega di Serie A, e ora tutti sanno com’è andata a finire: i Veterosauri hanno stravinto su tutta la linea conquistando 18 presidenti su 20. Solo Juventus e Roma, infatti, si sono schierate per il candidato dell’Agnelliraptor Demetrio Albertini (per saperne di più vedi il prequel “Vai avanti tu che a me viene da ridere”). Questo significa che Carlo Tavecchio, già forte dell’appoggio della Serie B, della Lega Pro e dei Dilettanti, è ormai sicuro di salire sul trono che fu di Giancarlo Abete: il prossimo 11 agosto, giorno stabilito per la solenne elezione del nuovo presidente della Figc, sarà per lui una pura e semplice formalità.

Demetrio Albertini

Demetrio Albertini

LARGO AI VECCHI – I “poveri” Raptor, quindi, battono in ritirata leccandosi le ferite: dalla loro parte sono rimasti solo i tecnici e i calciatori, e questo pur caloroso sostegno – che si assomma a quello dei media e di milioni di calciofili desiderosi di cambiamento ma privi del diritto di voto – non è sufficiente per conquistare lo scettro del potere e governare i destini del calcio italiano. I Grandi Elettori, superato per un attimo il rancore che da sempre li divide, si sono schierati compatti di fronte al nemico comune, e ora per Demetrio Albertini – il giovane ex vice Abete per 7 anni sostenuto dalla “specie” che da sempre imperversa sulla (Pen)Isola Perduta, gli Agnellosauri – non c’è più niente da fare. Hanno vinto i soliti noti, anzi hanno stravinto, e il “nuovo” che cercava di avanzare è naufragato miseramente. Un finale col “botto”, insomma, il sorprendente e degno epilogo di un’avventura che già aveva entusiasmato – e fatto ridere a crepapelle – il pubblico di tutto il mondo, spagnoli, inglesi, tedeschi e francesi in testa.

DULCIS IN FUNDO – Non solo, “La vendetta dei Veterosauri” è un trionfo del “made in Italy” sotto tutti gli aspetti. Il produttore e il distributore del film (ispirato a una storia maledettamente vera), infatti, sono rispettivamente Aurelio De Laurentiis e Massimo Ferrero, e dopo la fugace alleanza stretta per affossare Albertini i due loquaci presidenti sono subito tornati agli usi e costumi che da sempre contraddistinguono i dirigenti del calcio tricolore. “Ferrero? – ha dichiarato il numero uno del Napoli riferendosi al pari-grado blucerchiato – Un esercente, non un collega!”. Immediata la secca replica del “Viperetta”: “Senza Massimo Ferrero che ti mette il film nelle sale la tua commedia è inutile.

E va be’, che volete farci? Questa è l’Italia del calcio: vinciamo nella fiction, ma perdiamo nella realtà. D’altra parte, tutto non si può avere, vero Agnelliraptor?

Enrico Steidler

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