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Wimbledon partorisce una stella: vi presento Nick Kyrgios

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Kyrgios vince a WImbledon
Nadal ko con Kyrgios

Nadal sconfitto da Kyrgios

Ciao, mi chiamo Nick, sono australiano ma da padre greco e madre malese, ho 19 anni ed ho battuto Nadal a Wimbledon“. Basterebbe questo a spiegare la favola di Kyrgios sull’erba regina, in un martedi di luglio che è riuscito nell’impresa di far parlare di tennis nel bel mezzo dei Mondiali. Ci voleva molto più di un’impresa, bensì di un personaggio nel senso più profondo del termine, capace di catturare le copertine e l’attenzione dei media: serviva la sfacciataggine di un predestinato capace di saper essere anche all’altezza mediaticamente. Quel colpo da sotto le gambe, quel dritto a 160 km/h, i quasi 40 aces ed un balletto tribale a match vinto. Il tennis ha trovato forse una stella, sicuramente un grande personaggio: ecco a voi Nick Kyrgios.

UN SIGNOR NESSUNO PUO’ UMILIARE IL NUMERO UNO? NEL TENNIS, SI – Lo era fino a ieri, forse, ma da oggi tutti sanno chi è quell’australiano dal cognome greco. ma già qualche giorno prima si era fatto notare per un impresa non da poco: aveva battuto un altro della top ten, Richard Gasquet ma soprattutto lo aveva fatto salvando la bellezza di 9 match point. Tre settimane prima, al Roland Garros, eliminava in tre set al primo turno Radek Stephanek, non uno qualunque insomma. Ma alzi la mano chi si aspettava non tanto un epilogo simile, ma anche solo un barlume di partita fra lui e Mister Roland Garros. Ma appunto, non siamo sulla terra (sebbene vi siano polemiche circa la lentezza di un’erba sempre meno tale e veloce), per cui Nadal è vulnerabile e lo aveva dimostrato perdendo sistematicamente tutti i primi set nei turni iniziali. E quando accade anche con Kyrgios nessuno si allarma più di tanto, finirà come al solito. Ed infatti il secondo set è dello spagnolo: ma qualcosa di diverso sembra poter accadere, tanto per iniziare sugli spalti, dove i più cominciano ad esaltarsi per le giocate e l’esuberanza dello spilungone di Canberra. Il must, arriva quando da fondo campo su un dritto finito quasi sulla riga di Nadal, Kyrgios risponde con un colpo di controbalzo da sotto le gambe e lo piazza (con un pizzico di fortuna) sulla riga laterale alla sinistra del maiorchino. E’ l’apoteosi, ma è anche solo l’inizio: perchè si finisce al tie-break e quella è terra di conquista per il servizio letale di Nick. Arriveranno 37 aces, 100% di vincenti sulla prima ed 83% di punti al servizio. Si era presentato da n.144 al mondo, ora salirà minimo alla n.66 ma il cammino riserverà senza dubbio posizioni ben più nobili, nel frattempo Djokovic ha la possibilità di tornare n.1 al mondo bissando la finale 2013, con epilogo diverso però.

Nick Kyrgios è molto più che uno spilungone dal servizio imprendibile: tira un dritto che equivale ad una prima di servizio di tanti del circuito maschile, ha un rovescio ficcante e letale nell’angolo stretto, per la sua mole si muove discretamente bene. Ma soprattutto, ha quella presunzione ed incoscienza tipica del fuoriclasse, tanto da fare palle corte a Nadal come non se ne vedevano da tempo. Il tennis aveva bisogno di uno così: ora i quarti di finale con il re degli aces nel 2013, Milos Raonic, sarà una guerra al contachilometri.

Nel frattempo, Wimbledon ha dato i natali ad una nuova stella, che si è presentata con la testa di chi siede sul trono. Meglio di così…

Orazio Rotunno

Giornalista pubblicista, coordinatore presso SportCafe24 da oltre due anni. Amo lo sport in ogni sua forma e disciplina, raccontandolo con la voce di chi spesso non ne ha una, con un unico valore trainante. La verità: nel più profondo dei suoi significati.

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