Focus
Il calcio, questo sconosciuto
Sessanta milioni di ct in Italia, e almeno altri tre miliardi nel resto del mondo. I numeri del calcio, si sa, sono straordinari, e a ingigantire ulteriormente le dimensioni del fenomeno ora ci si mettono pure gli americani. Il gigante dormiente si sta svegliando, infatti, e le notizie provenienti dall’unica parte del globo che si era finora sottratta al “contagio” parlano chiaro: piazze gremite di fronte a maxi-schermi, locali pubblici strapieni di tifosi urlanti, orari di lavoro accorciati per consentire la visione dei match della nazionale, Obama che si fa fotografare mentre guarda la partita a bordo dell’Air Force One, ecc., ecc. Tutte cose impensabili, diciamolo, solo fino a qualche anno fa, e che danno un’idea molto chiara su quanto sia roseo il futuro del football, della Coppa del mondo (l’evento sportivo da sempre più seguito sul pianeta anche senza il contributo degli yankee) e del business annesso e connesso.
EFFETTI SPECIALI – Già. Ma proprio ora che tutto il mondo lo conosce e lo ama, ecco che il calcio si fa improvvisamente più insondabile e misterioso del solito, e produce risultati a dir poco strabilianti. Prendiamo la Spagna campione del mondo e d’Europa in carica ad esempio. Pochissimi avevano previsto la sua immediata eliminazione dal torneo, ma chi avrebbe mai potuto immaginare che sarebbero bastate due sole partite per tornare a casa? E che in un simile esordio lo squadrone di Xavi, Iniesta & Co. avrebbe incassato ben 7 gol facendone solo 1 (su rigore)? Per non parlare, poi, del girone di ferro (il nostro), vinto alla grande dall’unica squadra di “burro” (la Costa Rica), e delle sorprendenti figuracce rimediate dalla Russia del sergente Hartman-Capello e del Portogallo di Cristiano Ronaldo, preso a pallate dalla Germania e quasi umiliato pure dagli yankee. E a proposito della banda-Klinsmann: quanti avevano intuito che si sarebbe qualificata agli ottavi di finale alla faccia di squadre (vedi Croazia, Inghilterra e Bosnia) sulla carta molto più accreditate per il passaggio del turno? E che non avrebbe deluso un popolo che in questi giorni si raduna nelle piazze al grido di “I believe that we will win” (io credo che vinceremo)?
E dove sono finiti, ora, tutti quei miliardi di “intenditori” e le loro sfere di cristallo da due soldi? Chi scrive non ha azzeccato neppure uno dei suoi pronostici a riguardo delle succitate squadre, ma è consolante pensare alla compagnia (ottima e numerosa) e al fatto che era forse più facile prevedere un morso di Suarez durante il match fra Italia e Uruguay (167 scommettitori in tutto il mondo ci sono riusciti) piuttosto che una simile rassegna di vittime illustri. Mettiamola così, allora, che forse è meglio: non è colpa nostra, ma merito del calcio, di questo sport così bello proprio perché così misteriosamente inafferrabile. Non siamo noi che non ne capiamo niente, quindi: è lui che è magico.
Sì, mettiamola così. Ci conviene, ma forse è anche vero.
Enrico Steidler