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Udinese: Guidolin è pronto per una nuova scalata
Eravamo abituati a vedere i friulani nei piani alti della classifica, ancor di più il suo allenatore, il quale è alla guida dei bianconeri da cinque stagioni, la quarta consecutiva e negli ultimi anni ha fatto sognare una città intera, portandola addirittura a giocarsi i preliminari di Champions League. Quest’anno, per vari motivi, si ritrova in acque non proprio tranquille e Guidolin, dopo aver minacciato di dimettersi (forse per scuotere un pò l’ambiente), grida che la trasferta di Livorno sarà una battaglia, una di quelle da affrontare “con il coltello tra i denti”.
L’UOMO DI CASTELFRANCO – Francesco Guidolin è uno dei migliori allenatori del calcio italiano e si è fatto conoscere grazie ai prestigiosi traguardi raggiunti con club di provincia. Come non ricordarsi la Coppa Italia vinta con il mitico Vicenza di fine anni ’90, capace di sfiorare la finale di Coppa delle Coppe l’anno successivo; qualificazione in Coppa Uefa due volte conquistata a Palermo, nonostante Zamparini, e, infine, lo stupendo rapporto con Udine. Un legame nato nel 1998 con la società della famiglia Pozzo, dove anche in quell’occasione il tecnico conquistò un piazzamento in Uefa, poi le strade tra Guidolin e l’Udinese si dividono e si ricongiungono ben undici anni dopo, nel 2010, anno in cui inizia il magnifico ciclo in bianconero.
TALENTI E CHAMPIONS (maledetta) – La politica dei friulani è chiara: autofinanziarsi tramite la valorizzazione dei giovani. E il progetto si sposa alla perfezione con la mentalità dell’allenatore, il quale con il suo gioco riesce a far diventare questi promettenti calciatori, in potenziali campioni che presto sono entrati nell’orbita dei grandi club, che li hanno acquistati a peso d’oro. Si può addirittura fare una formazione di questi fenomeni sfornati dal progetto Udinese: da Handanovic a Benatia, da Inler ad Asamoah, da Quagliarella ad Alexis Sanchez, solo per citarne alcuni. Grazie al loro contributo e soprattutto a quello del capitano, Totò Di Natale, il quale ha rinunciato alle sirene dei grandi club italiani, Guidolin riesce ad ottenere il pass per i preliminari di Champions League ben due volte di fila. Nella competizione più prestigiosa, però, l’Udinese non ci è arrivata mai; prima l’eliminazione con l’Arsenal, poi quella ai rigori con lo Sporting Braga hanno impedito ai friulani di partecipare alla classica fase a gironi.
STRESS E CICLISMO – Da calciatore, Guidolin era un discreto regista, con una visione di gioco niente male, poi subito dopo i trent’anni le ginocchia non reggono più e lui s’innamora della bicicletta. Incomincia ad allenarsi e come in tutte le cose ci mette quella passione sfrenata che lo contraddistingue; “lo sforzo libera la mente” raccontava in una vecchia intervista, mentre in un’altra paragonò l’Inter di Ibra e Mou allo salita dello Zoncolan, ovvero insormontabile. Ci mette l’anima in tutto quello che fa, dà sempre più del 100% e al termine delle partite arriva stremato, perché ha trascorso una settimana più che intensa. Le 500 panchine in A, la Panchina d’oro sono riconoscimenti importanti, ma “questo calcio ti stressa” disse la scorsa stagione e sembrava intenzionato a prendersi un anno sabbatico, alla Guardiola. Poi è rimasto in sella ed ha conquistato il quinto posto e l’ennesima qualificazione in Europa League.
SALVEZZA – Purtroppo, quest’anno le cose non sono partite con il piede giusto e dopo il k.o. al “Friuli” di domenica scorsa col Torino, la sua Udinese si ritrova nei bassifondi della classifica e lui, profondamente deluso ha dichiarato nel post-partita: “Se sono un peso e non una risorsa, sono pronto a farmi da parte”. Parole che hanno scosso l’ambiente per qualche ora, poi l’incontro chiarificatore con la società ha fatto rientrare il caso e proprio il tecnico ha voluto commentare: “Domenica ho avuto un momento in cui la situazione ha prevalso. E’ la prima volta nella mia carriera che lotto per la salvezza, le maniche sono già su e andiamo a fare questa battaglia a Livorno”. Per chiudere nel miglior modo possibile il 2013 e per ripartire a testa bassa nell’anno che verrà, quello che gli restituirà Muriel che con capìtan Di Natale proverà a trascinare l’Udinese fuori dalla zona calda. Una scalata nuova, meno affascinante forse, ma pur sempre avvincente e già da domenica a Livorno, Guidolin vuol vedere i suoi ragazzi pedalare.
Dario Greco