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Festa Champions, vittorie Milan e Juventus: ma la notizia qual è?
Scene di giubilo, palloni portati a casa, rinascita dell’alberello e vittoria della Champions possibile. Ma abbiamo vinto tre partite su 10 o facciamo male i conti? Perché a vedere le statistiche dei gironi di Milan e Juventus, sembrerebbe più di un miraggio: invece è proprio così, abbiamo vinto solo tre partite su dieci. Di cui una grazie ad un tiro di Zapata all’ultimo minuto fuori dallo specchio della porta e deviato in rete, un pareggio per rigore inventato su Balotelli con l’Ajax o i rossoneri sarebbero quasi a casa, una vittoria con le belle statuine scozzesi capaci di far segnare al Milan due gol su corner che non accadeva dai tempi di Jose Mari e Javi Moreno e a Jacobssen e Mellberg che regalano due rigori facili alla Juventus grazie ai quali avere la meglio in una partita sofferta con gli invincibili danesi. E mentre l’Europa intera è già agli ottavi, concedendosi il lusso di passeggiare e perdere a due partite dalla fine, noi facciamo baldoria dimenticandoci chi siamo e da dove veniamo.
“AI TEMPI NOSTRI BASTAVA SPOGLIARCI PER VINCERE QUESTE PARTITE” – Parola di Zibi Boniek, uno che la Champions l’ha vinta e che era definito “bello di notte” proprio per il suo essere decisivo nelle sere stellate della vecchia Coppa dei Campioni. Esatto, proprio come Tevez, che non la mette dentro da 4 anni in Europa: c’erano ancora Adriano, Ronaldo ed il Grande Fratello. L’espressione è forte, ma rende l’idea di quanto l’Italia sia diventata piccola agli occhi del vecchio continente e nella sua mentalità. Il Milan dopo Celtic sarebbe rinato, la Juventus non sarebbe inferiore a nessuno Real e Barça a parte. Ah no, forse c’è anche il Bayern di Guardiola. Dopo 4 giornate, con la pura formalità della quinta, sono qualificate: Barça, Real Madrid, Atletico Madrid, Bayern Monaco, Psg, Chelsea, City, United ed Arsenal e Dortmund faranno fuori il Napoli, tocca aspettare solo un paio di settimane. Trovate voi le differenze: la Juve prima dell’impresa di rigore col Copenaghen era ultima in un girone che vedeva oltre il Real una squadra capace di prenderne 6 in casa, due dal Copenaghen e 4 da una squadra in dieci. Si qualificherà con un punto, presumibilmente, ma le parole stanno a zero rispetto ai fatti sopra elencati. Il Milan, due vittorie, solo col Celtic: arrivate con un autogol allo scadere e nel bel mezzo di un museo delle cere non annunciato e gentilmente offerto dagli accoglienti scozzesi. Ma soprattutto, con un punto d’oro conquistato al 94′ all’Amsterdam Arena grazie ad un rigore ridicolo su Balotelli: così non fosse stato, le speranze di qualificazione sarebbero state, giustamente, ridotte al lumicino.
Ed invece no, apri i giornali e sembra che la Champions la si sia vinta: ma quanto siamo diventati piccoli? Che fine ha fatto la povera Italia? Perché il girone eliminatorio è una barzelletta per tutti meno che per noi? Campioni d’Italia (bis e forse tris) compresi? Forse per lo stesso motivo della nostra Nazionale: tentennante nei gironi e nelle amichevoli, terribilmente concreta e caparbia quando il gioco si fa duro. Sarà la nostra mentalità: l’augurio che ciò si confermi più avanti, quando Celtic e Copenaghen non saranno più a disposizione per festeggiare.
Orazio Rotunno