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Calciomercato, Pastore prepara le valigie: destinazione Milan?
PARIGI, 11 OTTOBRE – Dopo le suggestioni estive e le impressioni di settembre siamo finalmente giunti alle certezze di ottobre. Gli alberi si spogliano e le rose, per contro, mostrano impietosamente le loro sovrabbondanze. Se ne è reso conto Javier Pastore, ventitreenne di belle speranze, che nonostante i suoi 18 gol in 51 partite rischia di rimanere ai margini del faraonico progetto Psg.
Acquistato per 43 milioni di euro nell’agosto 2011 dall’ambiziosa squadra dell’emiro Al Thani, Pastore ha rappresentato il primo vero top-player attirato dal campionato francese e probabilmente si aspettava sin dall’inizio di dover gestire un forte carico di aspettative. Ma forse non immaginava ciò che sarebbe avvenuto in seguito, con l’arrivo in breve tempo di una frotta di campioni e la conseguente, continua messa in discussione del suo ruolo di trequartista titolare. Passare nel giro di un anno da acquisto top a giocatore flop non è certo una bella sorpresa, soprattutto se non se ne comprende pienamente il motivo.
CRITICA OSTILE – La sua collocazione tattica di non immediata comprensione ha fin da subito lasciato perplessa la critica francese, che però ha in un primo momento lasciato da parte i dubbi nella consapevolezza di trovarsi di fronte a un giocatore che in ogni caso elevava il tasso tecnico della Ligue 1. Ma ora la compagnia ha ingaggiato attori di primo piano e anche la stampa, francese e quindi già un po’ snob di per sé, è pronta ad accogliere con bordate di fischi ogni minima stecca del tenore.
In particolare il maggior quotidiano sportivo del Paese, l’Equipe, sembra aver ingaggiato una battaglia ideologica con l’argentino di origine torinese: con il 4 in pagella rifilatogli dopo l’incontro contro l’Olimpique Marsiglia siamo alla terza stroncatura dall’inizio dell’anno. Ciò che non convince i critici è non solo la poca costanza del Flaco, ma anche, e soprattutto, la sua poca utilità al gioco della squadra. Nessuno mette in dubbio la classe del giocatore, che tempo fa Ancelotti paragonò a Zidane e Platini (ma a dire il vero più per il lento adattamento al nuovo campionato che per le caratteristiche tecniche), piuttosto a far sembrare Pastore di troppo è una valutazione di tipo tattico: nel Psg le geometrie vengono ormai dettate da Verratti, la linea d’attacco è ovviamente feudo di Ibrahimovic e il cambio di passo è garantito da Menez. In un contesto del genere Pastore risulterebbe superfluo, meno utile di un centrocampista di sostanza che possa garantire il recupero del pallone. Una posizione non troppo condivisibile, a dire il vero, ma ormai le cose stanno così e a Pastore non resta che prenderne atto.
Visto il clima creatosi e le prestazioni ultimamente poco convincenti, è facile prevedere per Pastore un periodo di scarse soddisfazioni, che in breve potrebbero portarlo a mordere il freno in panchina. Il rientro di Lavezzi dall’infortunio (sempre che le sue notti brave non lo distraggano) e soprattutto l’arrivo a gennaio dell’asso brasiliano Lucas metteranno Ancelotti nella condizione di poter scegliere non solo il modulo (4-3-1-2 o 4-3-3), ma anche gli interpreti, e la scelta probabilmente non ricadrà su Javier.
MILAN ALLA FINESTRA – Ma a gennaio Pastore sarà ancora a Parigi? A questo punto si scatenano le illazioni, le deduzioni e le ipotesi. Alcuni rumors lascerebbero intendere una disponibilità del Flaco a cambiare aria, pur di non perdere l’occasione di disputare i mondiali 2014 in Brasile. L’interesse del Milan non è ancora una notizia, ma un’ipotesi concreta: la stima per il giocatore ha radici antiche e il suo ruolo in campo sarebbe ben chiaro, senza alcun equivoco. Trequartista dietro le due punte e al posto di un involuto Boateng, per il quale si segnala l’interesse di una squadra tedesca non identificata che però gioca all’Allianz Arena e lo scorso anno ha disputato la finale di Champions League. Nessuna voce di un interessamento concreto da parte della dirigenza rossonera, certo, ma visti i rapporti con il Psg non è certo stravagante pensare a un sondaggio nelle prossime settimane, alla ricerca di un prezzo di favore o per impostare una trattativa suggestiva che coinvolga anche Alexandre Pato, da sempre apprezzato da Ancelotti ma che prima deve risolvere le vicissitudini muscolari ormai degne di una leggenda metropolitana.
Per il momento soltanto ipotesi, quindi, che potrebbero evaporare al tiepido sole di ottobre se Pastore dimostrasse nelle prossime partite col Psg il suo valore, o trasformarsi in notizie da prima pagina. Nel domino, si sa, l’importante è che cada la prima tessera.
Andrea Cioli