Football
Cagliari-Roma, vergogna senza fine: Cellino fa ricorso
CAGLIARI, 25 SETTEMBRE – Non c’è mai limite al peggio, verrebbe da dire. L’ennesima reprecabile pagina del calcio italiano, la cui immagine è stata nuovamente sporcata dai fattacci di Cagliari e della felice uscita del suo Presidente, si arricchisce di una nuova puntata. Massimo Cellino, lo sceneggiatore dell’ignobile vicenda, farà ricorso contro la vittoria a tavolino assegnata alla Roma.
CALCIOPOLI, SCOMMESSE E CELLINO-MANIA: IL MADE IN ITALY DILAGA – Non poteva finire così, senza un ulteriore colpo di scena, di cui avremmo volentieri fatto a meno. Cellino fa ricorso, e si affida all’avvocato del club Mattia Grassani, che già si è mosso in tal senso: la prima mossa sarà l’invio del preannuncio di reclamo con la richiesta degli atti alla Corte di giustizia federale. Una decisione quanto meno discutibile, visto il motivo che aveva portato alla decisione di non disputare la partita. Si legge in un comunicato presente sul sito ufficiale del Cagliari, in un passaggio ben preciso, che “ la Roma approfitta delle disgrazie altrui “. Peccato che quanto accaduto non sia una disgrazia, ma un atto voluto e consapevole del Presidente della società sarda. Legittimo il ricorso presentato dalla Roma, sacrosanto il verdetto del giudice di assegnare la vittoria a tavolino causa responsabilità diretta di Massimo Cellino. Quanto rende ancor più incredibile la vicenda è il precedente in base al quale ci si intende appellarsi: trattasi di un altro Roma-Cagliari, del novembre 2007, quando fu disposto dal Prefetto il differimento della partita in seguito agli scontri che pervasero la capitale a seguito dell’uccisione di Gabriele Sandri. Anche a chi non è in possesso della 3a media è palese l’improponibilità del paragone.
Oltre al danno la beffa: il Cagliari con questa azione rischia di incorrere in una penalizzazione in classifica, oltre che al deferimento del suo Presidente. Insomma, la parola fine sembra ancora lontana: e chi ci rimette come sempre sono i tifosi, usati e delusi.
Orazio Rotunno
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