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Milan, Allegri ha le ore contate: Tassotti-Inzaghi oggi, Guardiola domani?

MILANO, 19 SETTEMBRE – Massimiliano Allegri con tutta probabilità non siederà la prossima stagione sulla panchina del Milan, sarebbe già un successo se arrivasse a mangiare ” il panettone “. Troppi gli indizi a suo sfavore, troppe le voci attorno a nomi altisonanti e più mediatici del toscano. Ma guai parlare di caccia al toto-sostituto, o ad una campagna pro-licenziamento di Allegri, stile Tuttosport 3 anni fa con Ranieri. Tre partite a S.Siro, zero gol, zero vittorie e 2 sconfitte sono anche opera sua, ma non solo, ovviamente. Ma la sola testa che può essere tagliata in questi casi, si sà, è quella dell’allenatore.
CRUDELE DESTINO, INZAGHI TAGLIA ALLEGRI: MA GUARDIOLA E’ IL SOGNO DI BERLUSCONI – C’è chi è convinto che con Bonera, Antonini, Yepes o Acerbi e De Sciglio in difesa, Flamini e Costant a centrocampo, e Bojan o Emanuelson in attacco, la colpa della crisi-Milan sia di Allegri. Chi, d’altra parte, attacca la società per il ridicolo mercato, o non mercato dipende dai punti di vista, messo in piedi a seguito dell’addio dei senatori e di Thiago e Ibra, ma ricorda che comunque per battere in casa la Samp e l’Atalanta, o magari l’Anderlecht, siano più che sufficenti questi giocatori, magari con un aiuto maggiore di Boateng e Pazzini, lasciato poverino solo a sbattersi lì davanti. Galliani è persona intelligente, e sa benissimo quanto la verità stia nel mezzo, ma lui non può dimettersi, i calciatori non si possono svincolare, e a cadere, colpevole o meno, sarà Allegri. Che forse, a posteriori, avrebbe mostrato grande dignità e fermezza nel rassegnare le dimissioni a mercato chiuso, quando li è stata consegnata una squadra fatta apposta per esser mandato al macello. E fa ancora discutere qull’assurdo ” con De Jong abbiamo colmato il gap ” di Galliani dopo l’arrivo dell’olandese. Affidandoci nuovamente all’intelligenza dell’a.d., anche lui sa benissimo che non era vero, allora perchè gettare così in pasto ai coccodrilli Allegri? Neanche Ibra da solo, oggi, colmerebbe il gap tra i rossoneri e le altre, figurarsi un onesto, ma nulla più, mediano come De Jong. Come a dire, se perdiamo, sono cavoli suoi. Ma nessuno ci è cascato, ben che meno i tifosi che attaccano in primis la dirigenza, che l’allenatore. Ma a pagare, alla fine di tutti questi discorsi, sarà lui.
Tassotti-Inzaghi: ecco l’alternativa più logica ed immediata. Finalmente il vice storico avrebbe la possibilità di assumere la carica di primo allenatore, da grande conoscitore e saggio dello spogliatoio potrebbe ridare personalità e fiducia ad una squadra che da tempo l’ha persa. Ed Inzaghi? beh, Superpippo riaccenderebbe gli entusiasmi di un ambiente dimesso e depresso dai risultati e da una campagna acquisti che ha impoverito un grande club come quello rossonero. Ma Berlusconi, da primo tifoso ed inguaribile sognatore, pensa già a giugno: e a Pep Guardiola. E più il Milan va a fondo, più questa probabilità può crescere. Perchè l’ex genio del Barça ha bisogno di ritrovare forti stimoli. E dove averne di più, se non in uno dei club più blasonati a livello mondiale, in profonda crisi e con necessità di rifondazione? Un progetto nuovo, ambizioso e stimolante.
Orazio Rotunno
