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Crisi Milan: Allegri è davvero il solo responsabile? Gli scenari futuri

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La delusione dei rossoneri

MILANO, 19 SETTEMBRE – Sono bastate solo le prime apparizioni (l’ultima quella di questa sera contro l’Anderlecht) per mettere in luce tutte le lacune createsi in questa calda sessione estiva di calciomercato, un Milan vistosamente allo sbando, soprattutto dal punto di vista del calcio giocato ma che trova radici nel contesto societario e nello stesso spogliatoio.

TUTTA COLPA DI ALLEGRI? – A quanto lasciano intendere le dichiarazioni ufficiali dei vari interessati, da Allegri al presidente Berlusconi, passando per Galliani e per le parole di Briatore degli scorsi giorni, la situazione sembra essere sì chiara ma sotto controllo e senza ripercussione alcuna. Ma le varie dichiarazioni degli esponenti del mondo milanista non sembrano aver contribuito a rassicurare i tifosi che come non mai fanno mancare il loro sostegno, preferendo assistere dal divano di casa più che dagli spalti di San Siro tali disfatte a cui sicuramente non erano ormai da tempo abituati. Insomma sembra essere un vero e proprio circolo vizioso che colpisce tutti i vari aspetti del club e che per il momento lascia intravedere una sola valvola di sfogo, ossia Massimiliano Allegri. Il mister, è vero, non ha mai prediletto il bel gioco, non ha mai puntato su moduli che mettessero in luce un regista come Pirlo, preferendogli davanti alla difesa Van Bommel, o un fantasista come Ronaldinho, preferendogli dietro le punte Boateng, ma ha sempre potuto contare su giocatori di classe quali Nesta, Thiago Silva, Seedorf o Cassano e sul giocatore che è stata la vera e proprio locomotiva della squadra negli ultimi due anni, un certo Ibrahimovic.

POCA QUALITA’ IN CAMPO, COSA FARE? – Togliendo a mister Allegri tali e tanti giocatori i quali, c’era da scommettere, avrebbero potuto in qualsiasi momento cambiare il corso di una partita, ci si è trovati in una situazione di mediocrità, da squadra di medio-alta classifica, con tanti nuovi giocatori di quantità più che di qualità, forse più adatti all’idea di calcio di Allegri ma non abbastanza adeguati per dare continuità ad una squadra vincente. E’ proprio questo il dilemma. Non inoltrandoci in analisi attinenti il bilancio della società, è bene riconoscere come i risultati puramente economici  fruttati dalle illustri cessioni siano sotto gli occhi di tutti una manna dal cielo per le casse e per il futuro della società, ma come non chiedersi quali siano le conseguenze non puramente economiche. La scelta di acquistare certi giocatori non propriamente di prima fascia, senza a volte neanche l’alibi della giovane età e del margine di miglioramento, sono state frutto di un accordo congiunto tra Galliani e Allegri per accontentare quest’ultimo? O sono state dettate dalla necessità di accaparrarsi le uniche occasioni abbordabili sul mercato, senza badare ad una attenta programmazione tecnica? Sarebbe, dunque, nel primo caso, auspicabile aspettarsi di più dall’allenatore e porlo dinanzi ad un ultimatum, sapendo che dietro l’angolo incalza sempre più l’ombra di Tassotti che finalmente potrebbe svolgere un ruolo primario, magari insieme al sempre amato Pippo Inzaghi. Nel secondo caso più giusto sarebbe un mea culpa dell’intero staff dirigenziale ma con la convinzione che un dirigente come Galliani saprà risolvere al meglio una così rara crisi del Milan. Almeno questo i tifosi del Milan se lo meritano

a cura di Gaetano Galotta

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