Prima Pagina
Sbagliare è umano, non saper chiedere scusa è Sarri
Capita a tutti di andare in cortocircuito, nessuno escluso. A renderci diversi gli uni dagli altri, però, è quello che succede dopo. Alcuni di noi, infatti, si pentono sinceramente di averla fatta fuori dal vaso e altrettanto sinceramente chiedono perdono, altri se ne fregano e tirano avanti come se niente fosse, altri ancora confezionano delle ‘scuse’ così penose che persino la colpa sembra acqua fresca al confronto.
PAROLA DI MAURIZIO – A quest’ultima categoria di umani appartiene senza dubbio Maurizio Sarri, che ieri sera, dopo aver preso a malissime parole (“frocio”, “finocchio”, ecc.) Roberto Mancini durante il concitato finale di Napoli-Inter, si è presentato davanti ai microfoni della Tv di Stato per indicare ai giovani l’esempio da non seguire mai in simili frangenti. “Sono cose di campo, che dovrebbero finire in campo – ha detto il cattivo maestro con tono da maestrino inacidito – Negli spogliatoi gli ho chiesto scusa e mi aspetto che le accetti e che si scusi anche lui. Io omofobo? Non mi ricordo nemmeno cosa gli ho detto (!). Mi sembra un’esagerazione, era un insulto di rabbia, senza alcun secondo fine. Ha detto che sono un vecchio cazzone, mi aspetto venga squalificato anche lui”.
SOLO SARRI BATTE SARRI – “Mi ero innervosito per l’espulsione di Mertens – prosegue l’allenatore del Napoli – non ce l’avevo assolutamente con Mancini. Ho visto che si lamentava per i minuti di recupero e mi è scappata una parola, ma sono cose da campo e dovrebbero terminare lì. Io non l’avrei fatta uscire dal campo – ribadisce il degno erede di Delio Rossi – però accetto che un’altra persona la pensi diversamente. Mi scuso e più di così non posso fare. Mi sembrava una normale litigata da campo, dove in passato ho sentito e visto di peggio”. Insomma, ricapitoliamo: Sarri non ricorda la parola che gli è scappata, sottolinea indispettito che certe ‘confidenze’ dovrebbero restare tali, lamenta di essere stato offeso a sua volta, si aspetta le scuse (e il castigo) del rivale e infine aggiunge che più di così lui non può fare. Però, niente male come scuse, vero? Meglio di lui, diciamolo, c’è solo quel mister che nel 2014 si presentò in sala stampa per commentare una sconfitta (0-1 col Varese) usando le seguenti parole: “Il calcio è diventato uno sport per froci“. Sapete chi era quel mister? Maurizio Sarri, naturalmente.
Tutto qui? No, sulla torta c’è pure la ciliegina: “Ora si tira fuori l’omofobia e cose non belle – dice Sarri prendendosela con questa nostra società ingiusta e forcaiola – è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. La prossima volta gli dirò ‘democristiano’, io poi ho amici omosessuali quindi figuriamoci… le mie scuse agli omosessuali sono palesi”. No, caro Sarri, non lo sono affatto, ma lasciamo perdere. Sappiamo benissimo che più di così lei non sa fare.
Enrico Steidler